Gira che ti rigira, ad essere penalizzato dalla politica regionale, a causa anche (o soprattutto?) dello scarso peso della politica locale, è il sistema ospedaliero dell’area Chieti Pescara. E’ la sintesi, magari brutale ma di certo realistica, della seduta del Tavolo sanitario metropolitano, tenutosi all’hotel Dragonara di Sambuceto il 4 marzo, che cristallizza il presente precisamente come era cristallizzato il passato. La nota diffusa, a fine incontro, a firma di Antonio Ciofani, Fiorella Cesaroni e Walter Palumbo, è inequivocabile e merita riflessioni e approfondimenti. Leggere per credere. “Si tace sull’area metropolitana Chieti-Pescara e le sue complesse e peculiari tematiche ospedaliere correlate alla densità di popolazione (circa 1/3 della popolazione regionale), nonostante i periodici annunci di ristrutturazioni e consolidamenti, le otto bocciature ministeriali con la citata perdurante assenza di un Dea di 2° livello. Esempio lampante (e umiliante per noi abruzzesi) di inadeguatezza programmatoria delle due ultime Giunte regionali“.
Il Tavolo è stato un momento di aggregazione molto importante perché ha messo insieme i rappresentanti della Consulta clinica di Pescara per il Dea di 2° Livello (Ciofani), il Comitato civico salute pubblica di Chieti (Palumbo) e il Coordinamento di 25 Associazioni dell’Utenza (Cesaroni) “per valutare la situazione di stallo sulla non attuazione, da parte della Regione Abruzzo, di quanto previsto dal Decreto del Ministero della Salute n° 70/2015 sulla redazione delle Reti ospedaliere“. Una situazione di stallo perdurante purtroppo da sette anni per l’incapacità delle due Giunte regionali succedutesi nel tempo, quella di centrosinistra a guida Luciano D’Alfonso e quella della destra capitanata da Marco Marsilio, di presentare al Tavolo Interministeriale Salute ed economia e finanze”, una proposta di Rete ospedaliera svincolata dalla logica campanilistica che penalizza pesantemente la nostra Regione.
Il danno a carico dei cittadini, soprattutto dei cittadini più fragili e bisognosi e dei loro familiari, è pesantissimo. Le associazioni del Tavolo sanitario metropolitano lo hanno riassunto in due punti: 1) l’Abruzzo unica Regione priva di Rete Ospedaliera validata e senza Ospedali di 2° livello, condannato a periferia sanitaria; 2) i cittadini abruzzesi unici italiani a cui viene negato il relativo servizio salvavita del Dea – Dipartimento emergenza accettazione – di 2° Livello.
Nel corso della riunione, è stato preso atto di quanto pubblicato dai media sul via libera al finanziamento, da parte della Conferenza Stato-Regioni, dell’Accordo di Programma integrativo per gli investimenti sanitari della Regione Abruzzo relativo alla costruzione dei nuovi ospedali di Avezzano, Lanciano, Vasto. “Accordo sottoscritto dal Presidente della Regione e dai Direttori del Ministero della Salute e del Ministero Economia e finanze, che consentirà l’iscrizione delle risorse statali nel bilancio regionale e la possibilità di predisporre le procedure di gara per l’affidamento dei relativi lavori. L’investimento complessivo, per la realizzazione delle nuove strutture, ammonta a 388 milioni di euro, di cui 300 milioni finanziati con fondi statali, 84 a carico della Regione e 4 a carico delle Asl“.
Nel dettaglio, a seguito dell’adeguamento delle previsioni di spesa già inserito nella delibera di giunta regionale del 10 novembre scorso, saranno a disposizione 119 milioni di euro per il nuovo ospedale di Avezzano, 109 milioni di euro per l’Ospedale di Lanciano e 150 milioni di euro per l’ospedale di Vasto.
“Una bella notizia per tutti gli abruzzesi di cui si prende nota”, hanno aggiunto i tre portavoce del Tavolo sanitario metropolitano, “ma che si spera venga accompagnata celermente, per non ripetere gli errori del passato, da provvedimenti finalizzati a velocizzare gli atti amministrativi per la redazione dei progetti, per l’affidamento dei lavori e per la realizzazione dei manufatti secondo un ben definito cronoprogramma attuativo collegato a penalizzazioni per una ritardata realizzazione. Bella notizia anche quella data dal Direttore generale della Asl di Teramo, che ha annunciato di aver ricevuto assicurazioni, da parte del Presidente della Regione, sull’approvazione, da parte della Giunta, di una prossima delibera che darebbe la possibilità di attivare un mutuo regionale per coprire la somma mancante, pari a 140 milioni di euro, da aggiungere ai 120 milioni di euro già a disposizione per la realizzazione del nuovo Ospedale di Teramo, per un costo totale di 260 milioni di euro. Speriamo che non siano solo annunci”.
La riunione di Consulta, Comitato civico e Coordinamento si è conclusa con l’impegno a organizzare, al più presto, una conferenza stampa dedicata alla presentazione di una proposta, indirizzata alla
politica abruzzese, ma in particolare alla popolazione dell’area metropolitana Chieti-Pescara, su come
risolvere le criticità attuali di identificazione di un Dea di 2° livello e di integrazione delle attuali
strutture ospedaliere, al fine di dare risposte ai bisogni di assistenza sanitaria di alta specializzazione
della popolazione abruzzese, oggi costretta ad emigrare in altre regioni. Proposta da far sottoscrivere alla popolazione dell’area metropolitana che, in tema di sanità, è la maggioranza messa all’angolo. (m.c.)