di Domenico Pettinari*
E’ significativo che ad oggi alla rete dei comuni sostenibili, nata nel 2017 con Delibera Cipe n. 108 , non abbiano ancora aderito le tre città che vanno verso la più grande fusione italiana. Una rete costituita per attuare l’Agenda 2030 e creare un nuovo modello economico circolare, a basse emissioni di CO2, resiliente ai cambiamenti climatici e agli altri cambiamenti globali causa di crisi locali. Un approccio multidimensionale per andare oltre le disuguaglianze economiche, ambientali e sociali partendo da politiche di bilancio di alto profilo e riforme strutturali.
I 17 obiettivi di questa rete di comuni dovranno essere anche gli obiettivi della Grande Pescara.
La nuova città dovrà avere la capacità di rigenerare le risorse ambientali non riproducibili, ridurre il consumo indiscriminato di suolo, con politiche di recupero e riqualificazione della città esistente valutando attentamente la compatibilità ambientale delle infrastrutture con soluzioni serie di mobilità sostenibile.
Si dovranno ridurre i costi di gestione della cosa pubblica .
La recente classifica del sole 24 ore per le 107 province italiane, misurate per la loro attitudine ad essere a misura di bambino, di giovani e di anziani, deve far riflettere, per troppi aspetti siamo agli ultimi posti. Solo al 97 per i servizi comunali a favore dei bambini, all’83 per giardini scolastici e al 67 per lo sport. Non stiamo meglio se pensiamo ai giovani. Al 96 per aree sportive, al 78 per disoccupazione giovanile. Stesso trend per gli anziani solo al 98 per servizi a loro erogati , al 101 per il numero di biblioteche , all’85 per orti urbani, all’80 per posti nelle Residenze sanitarie Assistite e all’85 per la partecipazione alla vita civile .
Una Grande Pescara che non sia a misura di bambino, di giovani e di anziani è un difetto genetico che richiede un impegno prioritario di risorse e di monitoraggio della loro efficacia.
E’ fondamentale individuare indicatori affidabili per prevedere l’andamento demografico, della popolazione scolastica e universitaria, dell’offerta turistica e culturale, degli insediamenti produttivi, della capacità di attrarre economia pulita.
La fusione deve essere guidata da professionalità elevate del mondo del management degli enti locali , della cultura, della sicurezza, della giustizia e della sanità pubblica. Occorre approfondire le migliori pratiche nazionali da importare e adattare per agevolare il salto culturale della classe dirigente politica ed amministrativa. La classe politica deve avere la capacità di dare obiettivi sfidanti ai dirigenti pubblici. La classe dirigente , selezionata a livello nazionale , deve essere composta da profili con notevole esperienza progettuale in ambiti di elevata complessità demografica e territoriale, capace di rendicontazione .
Pescara è al terzo posto in Italia per il clima. Un dono della natura che dobbiamo valorizzare con politiche ambientali di altissimo livello.
Il suolo è stato consumato oltre misura con una cementificazione selvaggia che negli anni ’70 ha colpito Pescara, e non sembra arrestarsi con rigurgiti sempre più inquietanti, e nell’ultimo ventennio anche Montesilvano.
Migliorare la qualità della vita è fondamentale combattendo il degrado con politiche per la sicurezza non di facciata.
Corpo di Polizia Locale h24 , servizi sociali sul territorio per intercettare le povertà silenziose, le solitudini. Nella classifica per la mobilità sostenibile delle 50 città con oltre 100.000 abitanti Pescara non brilla affatto. Agli ultimi posti per l’offerta di trasporto pubblico locale , con soli 1500 posti/km annui, rappresenta una criticità dalla quale partire per programmare una mobilità sostenibile , intelligente.
Oltre la media nazionale per la concentrazione di diossido di azoto che aggredisce polmoni e cuore a lungo termine.
La sua settima posizione per densità demografica con 3.490 abitanti per kmq (più densa di Roma) , le altre sono tutte metropoli o quasi come Napoli, Milano, Torino, Palermo, Monza e Firenze, la affianca a Montesilvano con 2.273 abitanti per km/q.
L’elevato tasso di motorizzazione completa un quadro a tinte fosche sulla qualità dell’aria.
La vocazione turistica marittima di Pescara e Montesilvano e quella di Spoltore città di spiccata matrice medievale con vocazione agricola, artigianale e culturale possono fondersi solo se riescono ad offrire proposte turistiche competitive, di qualità più elevata, offerte per insediamenti artigianali ed agricoli che, avvalendosi della biodiversità e del microclima ideale, potrebbero risultare altamente competitivi.
La Grande Pescara dovrà avere una linea diretta per la Progettazione Europea. Da subito deve nascere di un Ufficio Europa dove possano confluire consulenti esterni selezionati dall’Ente con bandi pubblici, in grado di prestare la propria assistenza specialistica e di supporto agli uffici dei tre Comuni per individuare e aderire a programmi europei per lo sviluppo intelligente, sostenibile e solidale , per la coesione economica, sociale e territoriale.
Credo nella fusione nella misura in cui , rispettando la pari dignità degli attori coinvolti, si riesca a scrivere un programma serrato, capace di dare vita ad una visione realistica, che valorizzi ogni porzione di territorio , renda protagonisti le singole umanità e costruisca percorsi virtuosi per vivere in una città lenta e veloce al tempo stesso.
La città lenta delle tradizioni, del turismo, della cultura e della qualità della vita e la città veloce con un modello di sviluppo con un alto contenuto di conoscenza aperta ad una logica internazionale ed all’innovazione tecnologica. Se non si garantisce una città lenta quella veloce non ha futuro e si rischia di costruire una Grande Pescara non sostenibile.
*Candidato sindaco al comune di Pescara, lista civica