E’ morto un lavoratore. L’ennesimo. Stavolta in un cantiere edile. A Teramo. La notizia è stata diramata più o meno così: morte in un cantiere, l’operaio era in regola. Che la vittima, 24 anni appena, fosse assunta è una parte superflua dell’informazione. Il rispetto del contratto di lavoro e il pagamento del relativo stipendio non controbilanciano la mancanza di sicurezza, schifezza tipicamente italiana rimarcata da statistiche di cui dovremmo vergognarci. Salvo non si voglia far passare il messaggio che un lavoratore, se ha un contratto, può andare al macello. In questo caso, va benissimo la precisazione sulla conformità contrattuale dell’operaio deceduto a Teramo. Aggiungerei una chiosa: era in regola sì, per morire! (Libero d.f.o.)
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