Che Pescara fosse un film, lo sospettavamo da un po’. Ora ne abbiamo la certezza perché è spuntato, tra tanti guitti, un grande attore. L’australiano Murray Bartlett. Magari, su due piedi il nome non v’attizza, ma è uno molto quotato. Lo conferma il suo palmares: un Premio Emmy, un Critics Choice Television Award e una candidatura allo Screen Actors Guild Award, allori di cui non sappiamo una beata mazza ma Wikipedia li spara forte e noi ci accodiamo. Per voi che non amate le smancerie e i titoli roboanti, lo riassumo così: è il gran figo che ogni uomo vorrebbe essere e ogni donna vorrebbe avere.
Cosa c’entra con le miserie pescaresi? C’entra perché ieri, nel giorno della manifestazione “Non nella nostra città” e della relativa battaglia sui social per chi ce l’avesse più duro tra i manifestanti e i politici destrorsi di stanza a Palazzo di Città, è apparso un post su Facebook, firmato Ettore Cocco, che ha catturato l’attenzione. Finalizzato a corroborare gli autoelogi del sindaco Carlo Masci per un’attività in municipio con dei ragazzini che manco Putin avrebbe osato, il post era sintetico ed eloquente: “Eravate di più che quelli piazza sacro cuore praticamente! Avanti così sindaco”. A me, per come scrive, pare proprio un australiano perché ci vedo una cultura da canguro. Però i manifestanti, che in quanto tali non sono tipi che se la fanno passare sotto al naso, hanno notato subito la foto nel profilo dello scrivente e, riconosciuto Murray Bartlett, sono giunti a una lapidaria conclusione “E’ un fake!”.
E qui mi tocca fare l’avvocato del Diavolo. Io ci credo che qualcuno, australiano o meno, possa elogiare l’operato del sindaco e dei suoi accoliti. Ci credo e difendo il Cocco. Oddio, per onestà intellettuale non posso esimermi dal sottolineare che mi fa specie il periodo in cui è stato scritto il post. Siamo a marzo. Una cosa del genere me l’aspetterei tra il 15 luglio e Ferragosto, quando il solleone ti fa friggere le meningi e dire, magari anche scrivere, un sacco di stronzate. (Libero d.f.o.)