
Correva l’anno 1994 quando a Pescara il Tar annullava l’elezione a sindaco di Mario Collevecchio per un vizio formale nella presentazione delle liste . Con una sentenza di 18 pagine il collegio annullava il voto per il sindaco i consiglieri comunali e i consiglieri degli 10 quartieri, con la seguente motivazione: “incompatibilità di due componenti della Commissione Elettorale che avevano ammesso la lista del PDS e ne erano stati anche sottoscrittori”.
Un vulnus ben diverso da quello esaminato dal Tar Abruzzo in questi mesi e che ha comportato, per ora, la ripetizione del voto espresso nel mese di maggio 2024 con la conferma del sindaco Carlo Masci. I giudici del Tar Abruzzo hanno verificato 1.116 voti anomali, procedure violate nei verbali di scrutinio, plichi aperti, verbali di consegna introvabili, schede votate non timbrate e tanto altro. Tanto da non escludere una regia dolosa e da ritenere doveroso trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica Brogli elettorali? Lo valuterà la magistratura penale .
Al riguardo l’art. 90 del Decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960 n. 570 ai primi due commi statuisce che “Chiunque forma falsamente, in tutto o in parte, le schede o altri atti dal presente testo unico destinati alle operazioni elettorali o altera uno di tali atti veri, o sostituisce, sopprime o distrugge in tutto o in parte uno degli atti medesimi è punito con la reclusione da uno a sei anni. È punito con la stessa pena chiunque fa scientemente uso degli atti falsificati, alterati o sostituiti, anche se non ha concorso alla consumazione del fatto. Se il fatto è commesso da chi appartiene all’ufficio elettorale, la pena è della reclusione da due a otto anni”
E ancora l’art. 96 primo comma stabilisce che “Chiunque, appartenendo all’Ufficio elettorale, con atti od omissioni contrari alla legge, rende impossibile il compimento delle operazioni elettorali, o cagiona la nullità della elezione, o ne altera il risultato, o si astiene dalla proclamazione dell’esito delle votazioni, è punito con la reclusione da tre a sette anni” . Reati che si prescrivono in due anni dalle operazioni di voto.
Ma torniamo al 1993. I giudici amministrativi furono netti: voto nullo e nomina del Commissario Prefettizio Angelo Tranfaglia a maggio 2024. A meno di sei mesi dall’elezione di Collevecchio. Pochi giorni prima, Silvio Berlusconi era stato eletto per la prima volta presidente del Consiglio.
Collevecchio era stato eletto il 7 dicembre del 1993 come Indipendente sostenuto da una coalizione di centro sinistra composta dal Partito Democratico di Sinistra , Partito della Rifondazione Comunista, Alleanza Democratica e il Movimento La Rete di Leoluca Orlando e Partito Liberale. Il primo sindaco eletto dai cittadini a seguito della legge 25 marzo 1993 n.82 che aveva introdotto l’elezione diretta. Succedeva a Giuseppe Ciccantelli travolto da Tangentopoli e nella competizione elettorale aveva sconfitto Nicola Cirelli, sostenuto da Pentapartito.
Alcuni riferimenti numerici. Allora i pescaresi residenti erano 122.236 a fronte dei 118.377 del 2024. Eravamo 4000 in più. Gli aventi diritto al voto erano 109.574 l’anno scorso erano 103.216. L’affluenza alle urne nel 1993 fu del 77,39% al primo turno e del 65,60 al secondo. L’anno scorso affluenza è stata pari al 61,68. Collevecchio al primo turno prese 32.740 voti, raggiungendo il 42, 08 %, al ballottaggio ben 40.804 preferenze, con il 60,61 %. Masci lo scorso anno ha ricevuto 31.535 preferenze con il 50,95%. Il professor Collevecchio scelse di difendere il risultato del voto affidandosi ad un legale a spese proprie.
Il sindaco Masci e la sua coalizione per difendere il risultato del voto del 2024 hanno chiesto il patrocinio di un collegio di difesa composto da dagli avvocati Harald Bonura, Paola Di Marco ( Avvocato del Comune), Giuliano Fonderico, Gianlorenzo Ioannides, con domicilio eletto presso lo studio di Giuliano Fonderico in Roma.
A maggio 1993 Collevecchio avrebbe potuto ricorrere al Consiglio di Stato, ma preferì non farlo perché ritenne giusto ridare la parola agli elettori prima possibile. Il suo era stato un risultato superbo in termini numerici, la volontà popolare era stata netta, eppure non ci furono letture distorte della sentenza del Tar. Se ne prese atto e dopo il breve commissariamento di Tranfaglia, affiancato da Antonio Dandolo, si tornò al voto nella sessione autunnale. Collevecchio e Carlo Pace i candidati. I pescaresi dopo soli 5 mesi di governo e sette mesi di Commissario cambiarono idea e scelsero Pace .
Collevecchio oggi, ancora autorevole consulente in materia di contabilità pubblica, segue con attenzione le vicende politiche e con la lucidità con lo ha sempre contraddistinto oltre alla immensa competenza commenta così: “Strumentalizzare la magistratura affermando che con questa sentenza si va contro la volontà popolare non lo condivido. La politica la si pratica con spirito di servizio, sulla rotta della legalità e del rispetto di tutti gli elettori a prescindere dalla loro espressione di voto. Soprattutto di coloro che non ti hanno votato e per i quali siamo chiamati a lavorare affinché si persegua il bene comune. Questa è la democrazia.”
Ernesto Grippo