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L’Aquila, non basta il Consiglio di Stato per il comandante della Polizia locale. Perché?

17 Marzo 2024 da Redazione

di Ernesto Grippo*

Lo avevamo scritto il 13 maggio 2023 su questo pagine.  “L’Aquila (capoluogo della regione Abruzzo) non ha diritto a comandante della Polizia locale”. Lo ribadiamo oggi, dopo che lo scorso 29 febbraio, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2518 pubblicata il 15 marzo, ha confermato la sentenza di primo grado . Un macigno sulla cattiva amministrazione del Comando da parte della politica. 

Un ufficiale della Polizia locale era stato costretto a ricorrere al Tar, lamentando che un provvedimento organizzativo che lo riguardava fosse da considerare illegittimo. I giudici amministrativi avevano condiviso la tesi del ricorrente in toto, arrivando ad annullare l’atto organizzativo, ma anche a dichiarare l’illegittimità della nomina di un comandante sine titulo.

L’ufficiale aquilano aveva contestato la sua assegnazione all’Ufficio della Polizia locale al quale erano attribuite, tra le altre,  competenze in materia “di autorizzazioni di passi carrabili e impianti pubblicitari” , lamentando la violazione della legge quadro della Polizia Locale n. 65/1986 , del Regolamento del corpo di Polizia locale del Comune dell’Aquila del 2014  e di una delibera di Giunta regionale del 2019.

Ma il colpo del vero ko del Tar arrivava sul secondo punto.  L’atto adottato dal dirigente, badate bene, oltre ad essere illegittimo nel contenuto, è viziato perché l’autore è un “non appartenente al corpo della Polizia municipale in violazione dell’art. 5 della legge regionale n. 42 /2013″,  secondo il quale “il ruolo di comandante può essere attribuito solo a personale inquadrato nei ruoli della Polizia locale. La funzione di Comandante è incompatibile con lo svolgimento di altre funzioni o incarichi all’interno dell’ente di appartenenza”.

Non sembra un dato giuridico così difficile da comprendere e da attuare. Il comandante del corpo deve essere un comandante, non deve essere comandato. Il Tar aggiungeva che anche la Regione Abruzzo aveva inviato comunicazioni e diffide ai sindaci dei Comuni della Regione nel 2018 e nel 2020, che sono state fatte segnalazioni anche alla Procura della Repubblica di Pescara (anche alla Procura della Repubblica dell’Aquila che, però, ha ritenuto di archiviare) per far comprendere che “il comando della Polizia municipale  può essere assunto solo da personale appartenente ai ruoli del Corpo“ non ci sono deroghe nemmeno per la nomina di un dirigente ad interim. E pensare che dal 2017 si sono succeduti altri due dirigenti non comandanti al Comando dell’Aquila, Amorosi e Giuliani. 

Tutte nomine illegittime secondo il Tar aquilano, quindi, in violazione di legge. Il Comune avrebbe potuto adeguarsi e scegliere un comandante dirigente con una regolare selezione ex art. 110 del Testo unico enti locali o un concorso a tempo indeterminato e, invece, decideva ricorrere al Consiglio di Stato .

Il Consiglio di Stato ha ribadito e confermato la sentenza del Tar Abruzzo. Ma il Comune non ci sta: un comandante dirigente non lo vuole . Vuole un comandante vuoto, privo di competenze gestionali, di capacità di assumere decisioni. 

E cosi lo scorso 8 marzo, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, ma prima della sua pubblicazione, con la delibera n.101 avente per oggetto la modifica al regolamento degli uffici e dei servizi, il Comune definiva la nuova figura di comandante. La Giunta presieduta dal sindaco Biondi, all’unanimità dei presenti, assenti solo gli assessori Tinari e Tursini, approvava una modifica ad hoc per tenere in vita un comandante acefalo.

Nello specifico, approvavano  la modifica dell’art.23 del Regolamento uffici e servizi stabilendo che: “Per i settori ove, nella vigente macrostruttura, è inserito un servizio con speciale autonomia – ferma restando la possibilità che il sindaco designi il soggetto cui conferire l’incarico di sostituzione del dirigente vacante, assente ovvero impedito – la direzione dell’unità organizzativa, nelle more dell’individuazione del relativo dirigente, è assegnata al responsabile del servizio, titolare di elevata qualificazione ex art 16 del CCNL 16.11.2022, la cui procedura di designazione/rinnovo – ferme restando le previsioni del vigente regolamento comunale in materia – è di competenza del dirigente del settore risorse umane, che provvede altresì, ove necessario, all’organizzazione degli uffici e alla gestione del personale, su proposta del suddetto responsabile del servizio”.

Quindi, il dirigente delle risorse umane nomina il comandante, organizza gli uffici e gestisce il personale… su proposta del comandante.

E ancora al comma 5 dell’art. 23  “Nelle ipotesi di cui al comma quattro le funzioni relative alla presidenza delle commissioni e alla stipula dei contratti sono assegnate ad altro dirigente nel rispetto delle relative competenze, mentre le attività di gestione finanziaria sono assegnate al dirigente competente in materia di bilancio, salva diversa designazione del sindaco. I residui atti di stretta competenza dirigenziale, su proposta del responsabile del servizio, sono adottati dal dirigente competente per materia”.

Quindi, il comandante non presiede eventuali commissioni di concorso per scegliere agenti e ufficiali, non assume atti di gestione, determina a contrarre, affidamenti di beni e servizi. L’acefalo comandante è di fatto commissariato dagli altri dirigenti, che decidono tutto al posto suo.

Biondi e la sua giunta non vogliono un comandante-dirigente autonomo, indipendente. L’opposizione tace, dorme, condivide, è disinteressata, apprezza e avrebbe fatto lo stesso? Ognuno la pensi come vuole.

La magistratura inquirente è attenzionata e potrebbe anche ipotizzare profili penali, così come la magistratura contabile potrebbe prendere in considerazione eventuali danni erariali.

I sindacati della Polizia locale  avrebbero potuto e potrebbero farsi sentire. Ma un interrogativo è inevitabile: perché il sindaco non accetta che il corpo di Polizia locale abbia un comandante come avviene in tutti i comandi italiani e al suo posto preferisce un comandato? 

Ma, nel silenzio dell’opposizione, degli altri organi di giustizia, dei sindacati e dei cittadini è normale che il Consiglio di Stato sia considerato un organo di giustizia desueto e non degno di considerazione? Il perdurare di tanta pervicacia indigna e sconcerta, ammesso che ancora si riescano a provare tali sentimenti.

*Comandante Polizia locale di Roseto degli Abruzzi

Leggi il primo articolo https://lanuovapescara.com/opinioni/laquila-una-citta-senza-il-diritto-di-un-comandante-della-polizia-locale/

Leggi la sentenza del Consiglio di StatoDownload

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