di Antonello Barbieri*
Il governo non ha trovato, purtroppo, il coraggio di tornare su i suoi passi, nonostante gli sforzi di numerosi parlamentari, Luigi Marattin su tutti, dei sindaci nati da fusioni e di FCCN (Fusione comuni coordinamento nazionale). Sarebbero bastati cinque milioni di euro, lo 0,0004 del bilancio statale, per non creare problemi di bilancio ai comuni fusi, per mantenere la parola data ai cittadini e ai sindaci, per non danneggiare i percorsi di fusione in atto offrendo argomenti ai detrattori di un efficace strumento di razionalizzazione.
Ora la domanda è d’obbligo: se il governo, peraltro in presenza di una contingenza economica favorevole, non ha potuto o voluto allocare cinque milioni di euro, cosa accadrà nei prossimi anni?
I tecnici di FCCN hanno stimato un significativo incremento delle risorse necessarie per riuscire ad erogare, in futuro, i contributi statali incentivanti per i comuni fusi. Incremento determinato dal passaggio da 10 a 15 anni della durata dei contributi, dalle nuove fusioni che si realizzeranno nel Paese e, soprattutto, dalle fusioni che porteranno alla nascita di nuovi comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti.
In questi casi il contributo previsto dalla legge sarà di 10 milioni di euro annui, per 15 anni.
Nuova Pescara vedrà la luce nel 2027, la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero potrebbe trovare realizzazione nel 2026.
Ci sono, insomma, tutte le condizioni per far saltare il banco e, conseguentemente, affossare definitivamente l’opportunità che le fusioni tra Comuni danno al Paese per migliorare l’efficienza e l’efficacia del governo dei territori. Il governo guidato da Giorgia Meloni sembra non essere interessato, se non, addirittura, contrario.
Dobbiamo dunque correre ai ripari, incalzare il governo ad affrontare la questione, individuare tavoli di confronto con le regioni e, in sinergia con il governo. Dobbiamo coinvolgere l’opinione pubblica, i portatori di interessi, la politica tutta. Noi di FCCN ci siamo e ci saremo!
*Coordinamento nazionale fusioni comuni