La buona notizia c’è: i tre candidati alla carica di sindaco di Pescara sono favorevoli alla fusione con Spoltore e Montesilvano. Masci, Pettinari e Costantini, salvo colpi di scena da film horror, daranno il loro tangibile contributo da qui alla fatidica data dell’unione dei tre comuni: primo gennaio 2027. A tutti è chiaro che le elezioni di giugno 2024 porteranno a un mandato monco perché due anni e mezzo dopo Pescara, Montesilvano e Spoltore smetteranno di essere comuni singoli e si metterà in moto la macchina che porterà al governo della città unita.
Carlo Costantini, da poco incoronato candidato di una larga colazione di centrosinistra, ha le stimmate della Nuova Pescara essendo stato il promotore del referendum nel 2014, concluso con la vittoria del Sì. A Carlo Masci, il sindaco in carica, va riconosciuto il merito di aver perorato la causa della fusione in un raggruppamento, quello delle destre, dove la Nuova Pescara era il drappo rosso davanti al toro nell’arena. Masci è stato minoranza nella maggioranza. Chapeau. Domenico Pettinari, che ha coagulato attorno a sé i fermenti di alcune liste civiche, va ricordato tra i pochissimi, in Regione, ad essersi battuto fino all’ultimo contro la sciagurata Legge Sospiri, alla quale si deve lo slittamento della fusione dal 2024 al 2027.
Cosa potranno fare Pettinari, Costantini e Masci per la causa? Precisiamo che potranno fare tantissimo sia in caso di vittoria elettorale che di sconfitta perché rappresenteranno la città più grande tra le tre. Finora abbiamo assistito a una deamicissiana resistenza di Spoltore e Montesilvano, rafforzata dagli interessi di bottega di quasi tutta la destra e di larga parte del Pd. Lo slittamento di tre anni e il poltronificio dei costituendi municipi, grazie al quale ci sarà un posto a tavola per tutti, ha cloroformizzato l’idiosincrasia di tanti politici locali alle novità insite nella nascita di una sola città. Bene!
Va bene anche l’avvio delle messa in comune di alcuni servizi, espressamente previsto dalla Legge. Non va affatto bene, invece, la dialettica esasperata su buona parte dello scibile umano. La chiamiamo Nuova Pescara come da referendum o Pescara? Il canile a Pescara o a Spoltore? Il palazzo della Regione nell’area di risulta o…. Come Associazione Nuova Pescara esprimiamo un desiderio: questi argomenti e tutti gli altri dovranno essere affrontati dall’intero corpo politico e non dai potentati di città in via di chiusura. Pescara non deve mostrare i muscoli. Non serve. Spoltore e Montesilvano la piantino di brigare. Non serve neppure questo. E’ un progetto quello che serve davvero a Nuova Pescara o come diavolo vogliate chiamarla. Un progetto grande per una città nuova. (emmeci)