di Cristian Odoardi*
La crisi delle edicole nei nostri centri va contrastata e combattuta con scelte politiche adeguate, intelligenti, lungimiranti: per farlo, nel nostro territorio che vedrà presto la nascita del nuovo grande Comune figlio della fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore già da oggi vanno gettate le premesse. Possiamo e dobbiamo diventare un esempio positivo, facendo sinergia tra tutti gli attori interessati, istituzionali, d’impresa, professionali, associativi, che in qualche modo sono coinvolti.
La notizia della chiusura di un’altra storica edicola nel centro di Pescara, l’ennesima, non può lasciarci indifferenti. Perché è la certificazione di vari elementi negativi che da tempo si vanno sommando, tutti però convergenti nella perdita progressiva di un presidio delle nostre città. Situazione collegata certo alla crisi dell’editoria, con la forte tendenza alla contrazione della vendita dei quotidiani cartacei; ma anche ad alcune incertezze sotto il profilo normativo (non tutti sanno che le edicole sono soggette alle stesse regole sulla Bolkestein degli stabilimenti balneari), alla difficoltà di rendere attrattiva per i giovani questa attività allargandone gli orizzonti e l’interesse.
In Italia, una recente indagine di Fortune Italia, pubblicata a gennaio, ha certificato che dal 2019 al 2023, il numero di edicole è diminuito di oltre il 16%,con una perdita netta di 2.667 unità. Calo particolarmente significativo, considerando che tra le imprese individuali, il decremento è stato del 18,6%. A fine settembre 2023, contavamo su circa 13.500 edicole, rispetto alle oltre 16.000 registrate nel settembre 2019. Cifre che parlano da sole: e se Pescara non fa eccezione, solo pochi giorni fa leggevamo di analoghe chiusure nel cuore della città dell’Aquila. Il tutto senza dimenticare che molti titolari di queste attività sono donne. Da qui, la necessità di mettere assieme attorno a un progetto di rilancio tutti gli attori interessati: ovvero gli esercenti ancora in attività, le amministrazioni comunali, ma anche i rappresentanti degli editori, dei distributori e dei giornalisti (Ordine professionale e sindacato) perché si tratta, ognuno per la propria parte, di mettere in campo idee che contrastino la tendenza alla chiusura per una filiera che va dalla produzione nelle redazioni al cittadino, con rilevanti possibili riflessi anche sul piano occupazionale.
Non mancano esempi virtuosi sul territorio nazionale: provvedimenti assunti da amministrazioni regionali e comunali di diversa ispirazione politica – dalla Regione Lombardia ai comuni di Bologna, Firenze e Perugia – su cui poter ragionare tutti insieme.
Il problema, conclude, è la volontà delle future amministrazioni di favorire attraverso misure mirate, come sgravi e sconti su tasse e tariffe, incentivi, conferimento di servizi per i cittadini, il mantenimento di queste preziose attività. In questo senso Nuova Pescara può davvero diventare un importante esempio nazionale.
*Presidente Cna Pescara e vice presidente associazione Nuova Pescara