
di Luciano D’Alfonso*
Nuova Pescara è come il lunedì della dieta: arriva sempre domani, ma non inizia mai. E a ben
leggere i presunti inviti che con cadenza regolare arrivano dalla politica di governo ad affrettare
l’attuazione della legge, in realtà contengono sempre una buona giustificazione per rallentare il
processo dal quale, invece, dipende il futuro di tre città, Pescara, Spoltore e Montesilvano, che si
trovano dinanzi a un bivio: spiccare il volo e assumere una dimensione metropolitana di fatti
concreti, o tornare a coltivare ciascuno un orto troppo piccolo buono solo a garantire poltrone e
strapuntini.
Negli ultimi mesi ho letto e riletto le carte, i verbali delle sei Commissioni intercomunali istituite
come gruppi di lavoro per sezionare il progetto e portarlo avanti, ho letto i primi tre volumi
enciclopedici delle procedure sin qui condotte, le relazioni prodotte da neodocenti universitari
assoldati nell’esercito dei realizzatori comunali, le norme, le leggi riconfezionate. Ho letto gli atti
che riguardano la fusione delle prime cinque funzioni: il catasto, la tenuta dei registri di Stato
civile, la predisposizione di un sistema informativo unico in termini di software, le funzioni
in materia di energia e, infine, la promozione turistica. Ho riletto le scadenze che si danno
appuntamento al prossimo 31 dicembre 2025, quando le tre amministrazioni, dando prova di
buona volontà, dovranno produrre l’unificazione materiale di nuovi servizi: la Polizia locale,
l’urbanistica, l’edilizia scolastica e la gestione dei rifiuti.
Fin qui la teoria e l’immensa produzione cartacea che rende contenti gli eredi delle Cartiere
fondate dal signor Paolo Pigna. Ma è evidente che sia mancata, sino a oggi, una effettiva
vigilanza affinchè i servizi già fusi funzionassero insieme, né a due mesi dalla prossima
scadenza ravviso delle progettualità congiunte. Né tantomeno dalla madre-Regione Abruzzo,
che ha il ruolo di chioccia dell’intera realizzazione, c’è stato il benchè minimo controllo su
quanto si stia effettivamente abbozzando per dare concretezza alla città di Nuova o Grande
Pescara.
La domanda è pertinente e la sentiamo ripetere ogni giorno: ma la Nuova Pescara si fa o no?
Il primo gennaio 2027 si rivota nei tre comuni o no? E l’ultimo, in ordine di tempo, quesito
che circola: si rinvia tutto al 2029? La Regione Abruzzo si è ritirata sull’Aventino assumendo
un atteggiamento attendista tra la minaccia di nomina di Commissari straordinari e, temiamo,
una mano pronta a varare una nuova proroga dei termini.
La costruzione della Nuova Pescara rischia di diventare un esempio perfetto di città nata su
mattoni di rinvii e di quanto la politica possa essere lenta quando invece serve coraggio e
visione, che i cittadini devono pretendere da chi governa tale processo. Quello che noi faremo
da qui in avanti è allora proporre temi per incoraggiare una riflessione – attraverso
l’individuazione e la verifica puntuale dello stato degli atti e della comunicazione pubblica
emersa- su quali siano gli elementi ancora mancanti per rendere rinvenibile il progetto di
fusione della Città Nuova Pescara, affinché diventi performante e portatore di idee concrete,
avvalendoci delle norme nazionali e regionali, e della migliore produzione fin qui ricevuta
dal mondo della convegnistica e dell’associazionismo libero e fattuale per tratteggiare la
mappa dei bisogni e delle aspettative, l’interesse e le intenzioni di sviluppo e crescita della
Città Nuova Pescara.
Ciò che manca ancora è il contenuto lavorabile e comprensibile di un progetto di fusione che
sappia mettere in luce i punti di forza dell’iniziativa. Produrremo un dossier che dovrà
riguardare le grandi opere occorrenti e il nuovo assetto organizzativo che permetteranno alla
nuova amministrazione di servire in maniera appropriata i nuovi cittadini, individuando
nuove procedure decisionali e un parco di interventi da sottoporre ai Ministeri pertinenti, per
un patto di coesione da stipulare con la città nuova
A stretto giro terremo una giornata dedicata ad una riflessione di merito sul progetto di
fusione assieme all’esperto Giacomo Capuzzimati, Direttore Generale della Città
metropolitana di Bologna dal 2016, affinché aiuti la trasformazione organizzativa, economica
ed istituzionale della città nuova di Pescara.
*Deputato del Pd, presidente emerito della Regione Abruzzo