L’Italia di Spalletti gioca peggio dell’Italia di Sacchi, di cui non ha i campioni ma l’identico stratosferico deretano. Magari farà strada, magari vincerà l’Europeo, magari verrà presa a pedate dalla prossima avversaria, la Svizzera. Comunque finirà, rimarrà l’interrogativo, inquietante: come diavolo si fa a produrre un gioco così lento, prevedibile, noioso e, a tratti, claustrofobico?
Prima il calcio all’italiana era caratterizzato da difese arcigne e verticalizzazioni improvvise, volgarmente dette contropiede. Ora è una ragnatela di stucchevoli passaggi laterali conclusi il più delle volte con il retropassaggio al portiere. Dove sono il genio, il dribbling e la giocata audace? Sia benedetta la disperazione di Calafiori, che all’8′ di recupero, palla al piede, è andato avanti e non lateralmente, ha bucato la difesa croata e servito a Zaccagni l’occasione per diventare eroe. Un lampo di calcio nella noia dei passaggetti inutili. (Libero de Foscolo Ortis)