di Ernesto Grippo*
Se i sindaci delle città medio-grandi volessero davvero strade sicure, basterebbe che destinassero i soldi provenienti dalle multe a quella finalità. Lo spieghiamo in parole povere. Per approfondimenti rimandiamo a una campagna di comunicazione in divenire.
Partiamo dal Codice della Strada. L’art 208 stabilisce che “Una quota pari al 50 per cento dei proventi è destinata:
a) in misura non inferiore a un quarto della quota, (12,5) a interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente;
b) in misura non inferiore a un quarto (12,5) della quota, al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi di polizia municipale;
c) il 25% ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell’ente, all’installazione, all’ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale delle medesime strade,…..”
E poi aggiunge “Resta facoltà dell’ente destinare in tutto o in parte la restante quota del 50 per cento dei proventi alle finalità di cui sopra”.
In soldoni, fatte 100 le entrate dalle multe, andrebbero almeno il 25% alla manutenzione delle strade e almeno il 12,5 alla segnaletica. Ma, nella realtà, le cose non vanno così. Se poi si volesse, anche il restante 50% delle multe potrebbe essere destinato a segnaletica e manutenzione delle strade. Come dire che ogni 100 euro di multe, 87,5 euro possono ritornare sulla strada in segnaletica e manto stradale.
Manto stradale che per essere rifatto , secondo i bene informati, può costare dai 45.000 euro ai 75.000 euro a chilometro . La superficie stradale è composta dal tappeto di scorrimento (strato superficiale), dal binder (strato intermedio) e dagli strati di base. Quindi, la prima domanda che si devono fare amministratori e cittadini è: quanti chilometri di strada ci sono nella mia città.
A Pescara, ad esempio, il sito dell’amministrazione ci riferisce di 350 km di strade, 25.000 tombini e 22.000 punti di illuminazione pubblica. Riguardo alla Pubblica amministrazione, forse si potrebbe risparmiare qualcosa cominciando in strade ad uso pubblico che sono tali sino a quando si deve rifare il manto o installare la pubblica illuminazione, ma poi diventano private perché i condomini decidono giustamente di interdirle al pubblico passaggio. Tutto ok, ma a quel punto l’illuminazione deve non essere più pubblica ma privata. Ma su questa storia ci torneremo.
Se volessimo rifare tutte le strade della città optando per rifarle alcune con tutti i tre strati e altre solo con il tappetino quale spesa potremmo ipotizzare? Puntiamo al massimo , rifacciamo i 350 km prevedendo 75.000 euro a chilometro. Dobbiamo ipotizzare una spesa di 26.500.000 euro.
Lo scorso anno il Comune di Pescara, a fronte di oltre 20 milioni di euro per sanzioni elevate, in realtà ne ha incassati solo poco più di 8 milioni. Ma questo è dovuto alla scelta di fare sanzioni con la tecnologia e non con uomini e donne della polizia locale, che contestano violazioni ben più gravi che non siano il cambio di corsia al semaforo, il superamento della linea d’arresto, il transito in Ztl o il superamento del limite di 30 km/ h in zona Colli.
Se questo dato delle entrate lo moltiplichiamo per i 5 anni della consiliatura, probabilmente gli 8 milioni di euro del 2023 potrebbero diventare oltre 30 milioni di euro. Come dire che tutte le strade potevano essere rifatte ex novo con relativa segnaletica aggiornata e, in alcuni casi, anche segnaletica luminosa .
Certo, si tratta di un’ipotesi da verificare conti alla mano. Sia sul versante delle entrate che su quello della spesa. Forse non si sarebbero potuti fare 350 chilometri, ma ne sarebbero rimasti pochi da rifare. Ovviamente, il discorso è valido se i lavori sono monitorati e collaudati a regola d’arte. Ma una certezza non è confutabile. Se i sindaci decidono che la sicurezza stradale è una priorità per garantire a automobilisti e utenti deboli una città bella e vivibile, basta ribaltare l’intera cassa delle multe sulla strada e risultati si vedranno.
La scelta di destinare sino all’87,5% % delle multe alla manutenzione delle strade avrebbe una serie di effetti positivi. In primis, non consentire al cittadino di adombrare l’ipotesi delle multe fatte solo per fare cassa.
Certo, occorre coraggio nel fare questa scelta, ma occorre ancor più coraggio – e a Pescara ne hanno avuto molto – nell’installare strumenti elettronici per rilevare infrazioni di non particolare gravità incassando fiumi di denaro, mettendo a riposo la Polizia locale dalla funzione primaria di sicurezza stradale…
Ecco cosa andrebbe fatto. Spegnere i controlli elettronici del passaggio con il rosso, posizionati senza una preventiva statistica dei sinistri avvenuti e mantenuti senza alcun monitoraggio dei vantaggi ottenuti in termini di sicurezza, spegnere i varchi elettronici e posizionare le pattuglie all’interno delle Ztl per controllare e sanzionare i conducenti che sapendo di essere in zona franca (in realtà anche fuori dalla Ztl) parlano al cellulare o guidano senza assicurazione o revisione, togliere gli autovelox mobili o fissi per sostituirli con il telelaser, quello strumento che consente la contestazione immediata dell’eccesso di velocità e delle altre eventuali violazioni.
Per fare tutto questo occorrono sindaci che credono nella sicurezza stradale e siano consapevoli di avere una grade risorsa a loro disposizione: la Polizia locale. Uomini e donne che sono deputati come primo compito a servizi di Polizia stradale oltre alle attività di Polizia amministrativa. E niente altro, a meno che non si prediliga dirottarli su altre tematiche per fare folclore e delegittimarli.
*Comandante Polizia locale Roseto degli Abruzzi