
di Ernesto Grippo*
L’affaire Comandante Polizia Locale dell’Aquila è ancora in corso. Nei prossimi giorni, il sindaco Pierluigi Biondi, più volte sconfitto dalle sentenze del Tar, sceglierà un profilo interno per ricoprire temporaneamente l’incarico dirigenziale. Nel frattempo, il ricorrente Luca Andreozzi ha chiesto allo stesso Tar dell’Aquila la nomina, per la seconda volta, di un commissario ad acta per la nomina del comandante. Commissario che l’altra volta era stato inerte sino a quando il sindaco non aveva scelto la strada della nomina a scavalco della comandante di Ascoli Piceno. Nomina sulla quale il commissario non aveva obiettato nulla, mentre il Tar ha proceduto all’annullamento .
Ma ecco che, dalle carte dei ricorsi, si scopre che all’Aquila una serie di dirigenti in questi anni avrebbe beneficiato di sostanziose indennità di risultato. Di cosa si tratta? Proprio una delle impugnative fatte da Andreozzi sulla nomina di comandanti non legittimati ha fatto emergere un vulnus non di poco conto. Nel 2016 la giunta Cialente approva un Regolamento degli Uffici e dei servizi che, all’art. 23, stabilisce che “Quando vi è temporanea vacanza, assenza o impedimento di un Dirigente di Settore o di una posizione dirigenziale inserita nei dipartimenti, l’assolvimento delle relative funzioni di direzione è automaticamente attribuito al direttore di dipartimento di riferimento” , precisando che la retribuzione di posizione e di risultato del direttore di Dipartimento è commisurata anche a questa funzione. D’altronde il loro stipendio è molto alto e tale disposizione regolamentare è stata adottata nell’ottica del risparmio e della garanzia di continuità dei servizi.
Ma il sindaco Biondi, da gennaio 2018, inizia a conferire incarichi dirigenziali ad interim per assenza, vacanza o impedimento ad altri dirigenti dell’ente, stabilendo che dava atto che “per l’incarico è dovuta la sola indennità di risultato”. Ci sono ben 26 incarichi dirigenziali ad interim da gennaio 2018 sino marzo 2024 nel momento in cui finalmente, forse proprio chi doveva essere deputato a verificare la legittimità degli atti del sindaco, scopre che tali decreti erano in contrasto con le norme regolamentari.
Così la giunta comunale, con la delibera n. 101 dell’8 marzo 2024, impugnata dall’ufficiale della Polizia locale Andreozzi per altre ragioni, nelle premesse e nei considerata, attesta che il sindaco, con proprio provvedimento, aveva definito le sostituzioni dei dirigenti in attuazione dell’art.23 che, però, non prevedeva questo potere sindacale e si affretta a modificare l’articolo introducendo la possibilità di intervento del sindaco che può interrompere l’automatismo della sostituzione da parte del direttore di dipartimento con una sua disposizione. Quindi, un decreto.
Una delibera che è, a tutti gli effetti, una presa d’atto della illegittimità di tutti i precedenti decreti sindacali che hanno generato nomine ad interim ritenute illegittime dal Tar, con conseguenti esborsi di indennità di risultato non dovute.
Suscita anche qualche dubbio di legittimità il parere sulla delibera nella parte in cui si attesta che la stessa “non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economica finanziaria o patrimoniale dell’Ente” quando la conseguenza è proprio l’esborso di indennità di risultato aggiuntiva ogni volta che il sindaco interrompe l’automatismo della sostituzione da parte del direttore di Dipartimento, e il parere contabile conseguente.
Ovviamente nessuno si è accorto di nulla: la politica non se n’è accorta perché ha l’abitudine di non leggere gli atti adottati da chi governa e la burocrazia perché chi era deputato a verificare la legalità dell’azione amministrativa non si è mosso nei tempi giusti.
*Comandante Polizia locale Roseto degli Abruzzi, già consulente tecnico amministrativo della Procura della Repubblica