di Ernesto Grippo*
Il ministro degli Interni Piantedosi scrive alla premier Meloni sull’annosa vicenda del Comandante della Polizia locale dell’Aquila. La penosa vicenda degli aquilani che non hanno un comandante della Polizia da oltre otto anni si arricchisce di una puntata. A settembre, il sindaco Biondi pareva aver vinto. Era riuscito ad avere un comandante non appartenente ai ruoli della Polizia locale nominando l’architetto Marrocco nuovo comandante ad interim (mentre assolve ai compiti di Dirigente del settore Trasporto pubblico, mobilità sostenibile, Politiche europee, PNRR, Gestione del mega parcheggio Natali). Nomina possibile grazie ad un emendamento targato centrodestra (Lega-Noi Moderati e Fratelli d’Italia) approvato nottetempo ad agosto, tra le pieghe della Legge di assestamento del bilancio.
Avevamo scritto lo scorso 26 settembre che si trattava di un papocchio che disconosce la legislazione nazionale e la giurisprudenza amministrativa perché attribuisce compiti che un non appartenente ai ruoli della Polizia locale non può svolgere e che nel contempo si troverebbe a lavorare in contesto di uffici che svolgono attività di polizia giudiziaria, polizia stradale e di pubblica sicurezza con la trattazione di dati la cui divulgazione a soggetti non appartenenti al Corpo configura fattispecie di reato. Lo aveva ribadito il Consiglio di Stato con la sentenza n.75/2025 .
Avevamo anche registrato il silenzio sulla vicenda da parte del Prefetto dell’Aquila che aveva ricevuto dal Tar la nomina di commissario ad acta per la nomina del comandante. Caso unico in Italia.
Ma se il rappresentante di governo aquilano tace, il suo vertice nazionale, il Ministro dell’Interno Piantedosi, già prefetto e vice capo della Polizia, non ha potuto esimere i suoi uffici da una netta presa di posizione contro l’emendamento … ad Biondum.
Ed ecco la nota prot. 23-15/A2025-001857 dello scorso 6 ottobre dell’Ufficio Affari legislativi e Relazioni Parlamentari del Ministero dell’Interni e indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per gli affari regionali. Il ministro ricorda alla presidente Meloni il pronunciamento del Consiglio di Stato che si era pronunciato in modo opposto all’emendamento ed evidenzia che l’emendamento sembra porsi in contrasto e superare l’orientamento espresso dalla giustizia amministrativa.
Il già prefetto Piantedosi osserva puntualmente soprattutto l’aberrazione di poter conferire un incarico di Comandante anche in deroga ai requisiti di legge, quindi anche in assenza di requisiti per la qualifica di pubblica sicurezza e su questo punto evidenzia che la disposizione sembra eludere la normativa e con ciò invadere la sfera di competenza dello Stato nella materia dell’ordine e sicurezza pubblica. Come dire che, obtorto collo, il sindaco Biondi deve riconoscere che anche nel suo comune si applicano le leggi dello Stato in materia di pubblica sicurezza .
Nella nota il Ministero è anche fortemente preoccupato che la mancata previsione dei requisiti di professionalità in capo al Comandante potrebbe riverberarsi negativamente sull’esercizio delle funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza, di polizia giudiziaria e di polizia stradale , con potenziale lesione del combinato disposto degli articoli 97/ e 117 lettera h) della Costituzione. A ben vedere, si adombrano profili di incostituzionalità..
Poi arriva una sgonfia ciambella di salvataggio per la Regione quando si afferma che comunque la competenza è della Regione in merito alla polizia amministrativa locale purché si salvaguardino i requisiti di legge soggettivi per la qualifica di pubblica sicurezza.
A sostegno di questa tesi si tirano in ballo le leggi regionali sulla Polizia locale di Veneto , Lombardia , Marche ed Emilia Romagna sostenendo che in queste leggi si prevede che l’incarico di Comandante possa essere eventualmente conferito ad un dirigente che, sebbene non faccia parte dei ruoli della polizia locale , sia comunque in possesso di comprovata esperienza e competenza professionale nel settore di cui si tratta”, ma in questo caso si fa ovviamente riferimento a personale proveniente da altre forze di Polizia e non certo da ordini professionali come gli architetti, gli ingegneri, gli avvocati, i medici, i commercialisti o i diplomati Isef.
Il prossimo 31 dicembre l’incarico dell’architetto Marrocco termina, sarebbe auspicabile una sua conferenza stampa con i dati delle attività coordinate durante la sua dirigenza. Nel frattempo sembra che sia già pronto l’ennesimo ricorso al Tar contro la nomina in scadenza . L’Anvu, Associazione professionale polizia locale d’Italia, in una nota del 6 dicembre 2025, a firma del suo presidente vicario Mattarelli, sottolinea le persistenti criticità della nuova formulazione della legge regionale .
Anche l’Ancupm, Associazione zonale nazionale comandante ed ufficiali della Polizia municipale manifesta preoccupazione. Tutti occhi puntati su una storia infinità che coinvolge i bistrattati agenti ed ufficiali della Polizia Locale de L’Aquila che non meritano di essere senza una guida legittima da otto anni, e gli aquilani che convivono con una scarso rispetto delle regole del codice della strada , della legislazione commerciale ed annonaria e della legislazione edilizia ed ambientale .
Il popolo aquilano, a maggioranza, chiede il rispetto delle regole: gli aquilani meritano stima e rispetto per il loro livello culturale elevato, per la loro laboriosità e per le immani sofferenze che hanno patito.
*Comandante Polizia locale Roseto degli Abruzzi

