di Paolo Sola*
Le imminenti elezioni amministrative nei Comuni di Pescara e Montesilvano rischiano di rappresentare l’ennesimo rallentamento al processo di fusione, trasformandolo di nuovo in carne da macello nel dibattito elettorale. E’ ormai indispensabile che tutte le forze politiche, e soprattutto le loro declinazioni territoriali, facciano propria la linea tracciata dal referendum e dalle leggi regionali in merito, e scelgano di seguirne il solco senza cavalcare ulteriormente slanci campanilistici per mero interesse o tornaconto personale.
L’orizzonte del 1° gennaio 2027 è molto più vicino di quanto non sembri, e c’è ancora molto da fare. Dopo l’individuazione dei primi cinque servizi da unire (protezione civile, servizi di statistica e censimento, attivazione sportello telematico SUAP, servizio di accesso ai programmi europei e centrale unica di committenza), l’incombere della competizione elettorale in due dei tre comuni coinvolti dalla fusione ha di fatto imposto un nuovo stop all’attività delle commissioni, proprio ora che, invece, sarebbe necessaria un’accelerazione per non accusare poi il contraccolpo del fisiologico rallentamento post voto, con l’esigenza di ridisegnare le amministrazioni e i consigli comunali che dovranno raccogliere il testimone di quelli attualmente in carica.
Un continuo stop & go che non agevola un percorso già di per sé tortuoso, una navigazione che dovrebbe in realtà procedere su una rotta autonoma ed indipendente dai protagonisti politici del momento, chiamati ad alternarsi nel ruolo di governo di una nave molto più grande di loro. Ma questa classe politica avrà la maturità per fare un passo di lato e sacrificare il proprio protagonismo in nome di un bene più grande?
*Presidente prima commissione Nuova Pescara