di Piero Giampietro*
È incredibile che alla vigilia del 2024 il Consiglio Comunale di Pescara abbia deciso che nella zona ovest della città, in una vasta area compresa fra San Donato, Villa del Fuoco e la Tiburtina, potranno nascere nuovi centri commerciali. Il centrodestra pescarese, sempre più affamato nel consumare il poco suolo rimasto libero, ha utilizzato addirittura l’adozione del Piano di rischio aeroportuale per elevare la soglia massima di metri quadrati realizzabili in quell’area. Gli uffici avevano, infatti, previsto di concedere in quelle zone la sola realizzazione di attività commerciali che la Legge regionale identifica con le categorie M1 ed M2, escludendo esplicitamente la categoria M3, quella cioè dei centri commerciali di medie dimensioni fino a 2.500 metri quadrati. Il centrodestra ha emendato la proposta in Consiglio Comunale ed eliminato il divieto degli M3, con il voto contrario di tutte le opposizioni.
Dunque per il centrodestra non bastavano i le piccole superfici già previste nel Piano: la città di Pescara avrebbe bisogno di altri centri commerciali, altri supermercati, altri grandi magazzini, dimostrando di non aver alcun interesse per il futuro sempre più fosco dei negozi indipendenti e della qualità della vita dei quartieri che si avviano ad una desertificazione di servizi sempre più veloce, sicuramente più rapida di altre città dove la programmazione è più lungimirante. Di fronte ad una concorrenza dei centri commerciali così a portata di mano, e di fronte ad un numero di supermercati in così rapida e per molti versi inspiegabile ascesa, i negozi di quartiere rischiano di avere una vita molto breve. Sono proprio queste le scelte che fanno male alla città e che incidono drammaticamente nella vita economica, e che rischiano di incidere su quartieri che avrebbero bisogno di avere altri servizi, non di vederli spazzare via dalla fame di nuovi supermercati che sembra caratterizzare il centrodestra pescarese.
Utilizzare poi il grimaldello del Piano di rischio aeroportuale fa capire che questa per il centrodestra era una priorità, neppure condivisa fra l’altro con gli ordini professionali, con le associazioni di categoria, con i residenti. Un copione già visto con la cementificazione dei parchi di via 8 Marzo, via Santina Campana e via Fornace Bizzarri, sacrificati perché la giunta Masci non è stata capace di concentrarsi sulla rigenerazione degli edifici sottoutilizzati o degradati per la realizzazione della casa di comunità della Asl e dei nuovi asili, né di dialogare con i Comuni di Spoltore e Montesilvano per individuare soluzioni nell’ottica del nuovo Comune. Questo metodo fa male a Pescara e bisogna archiviarlo al più presto.
*consigliere comunale e capogruppo consiliare del Pd