di Eliseo Iannini*
Imprenditori, enti di ricerca, governo locale e cittadini sono le quattro eliche da mettere in moto contemporaneamente per fare in modo che la vasta area d’Italia rappresentata da Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata e Calabria possa intercettare i tantissimi fondi europei per lo sviluppo del settore turismo. Mi voglio soffermare sull’Abruzzo, storicamente una delle regioni più in difficoltà nel dialogo con Bruxelles. Ritengo sia necessario eliminare il fatalismo che aleggia sull’argomento dei fondi comunitari: non è vero che finiscono solo ai privilegiati. E’ vero, semmai, che bisogna fare squadra, creare partenariato, individuare settori specifici che possano esaltare le peculiarità dei territori: il paesaggio, l’arte, la cultura, il cibo e i mestieri artigianali.
Io e il mio staff siamo a disposizione di chiunque voglia saperne di più o abbia in mente un progetto da sviluppare. Facciamo vincere le idee perché le possibilità sono tante, dai fondi Horizon a tutti quelli che riguardano l’Area mediterranea, senza escludere i progetti Erasmus. E’ indispensabile, inoltre, mettersi subito al lavoro per attivare concretamente la Fondazione Film Commission Abruzzo, anch’essa finanziabile in larga misura dall’Europa. La Film Commission è una straordinaria fonte di promozione e sviluppo turistico.
In questi giorni, si fa un gran parlare del film ‘Un mondo a parte’, con Antonio Albanese e Virginia Raffaele, girato proprio nell’Abruzzo interno, tra Opi, Pescasseroli e Villetta Barrea. Inoltre, a Napoli, c’è la fila di curiosi per ammirare la location dove è stata girata la fiction Mare Fuori. Una troupe è formata mediamente da 40, 70 persone, con varie professionalità, che generano economia: vitto, alloggio, carburante, altri generi di prima necessità. L’Abruzzo, con i suoi straordinari paesaggi montani e marini, è una location naturale per tantissimi generi cinematografici. Ricordo i numerosi film western girati nell’Abruzzo interno, la recente produzione del film sulla vita del mitico Ferrari, che ha movimentato circa 500 persone.
Tutto questo, con la Film Commission, non sarebbe più estemporaneo, ma messo a sistema. Piccoli e medi imprenditori del settore turistico ne potrebbero approfittare, sempre attingendo ai numerosi fondi comunitari, in buona parte a fondo perduto, per creare attività sinergiche o collaterali alle esigenze della Film Commission. Mettere su un apparato in grado di intercettare i fondi è possibile perché lo fanno tante nazioni europee. Noi siamo in ritardo e cito, al riguardo, un dato: l’Italia contribuisce al 13% del bilancio comunitario, ma fruisce dell’8% appena dei finanziamenti. Collochiamo il cittadino al centro e creiamo i presupposti per liberare le energie, la creatività e la voglia di fare degli abruzzesi.
*Imprenditore, membro della Commissione opere pubbliche Ance, candidato alle Europee con Forza Italia