Nuova Pescara e nuovo aeroporto. L’idea, lanciata dal deputato Dem Luciano D’Alfonso, è in linea con le aspettative della grande città che dovrebbe sorgere nel 2027 grazie alla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, e accende i riflettori su uno dei problemi che imbrigliano l’intera area metropolitana pescarese: le porte d’accesso semi aperte. O, se preferite, semi chiuse. Il porto passeggeri è inattivo da anni, l’autostrada è un budello, la linea ferroviaria non è all’altezza dei canoni europei e l’aeroporto. Beh, se volete lumi sull’aeroporto chiedete agli imprenditori e ai professionisti che hanno necessità di andare e tornare da Milano in giornata. “C’è la pesante questione concernente l’accesso alle grandi distanze: l’aeroporto si può ingrandire recuperando la parte militare dell’infrastruttura e restituendo alla comunità le nuove opportunità di connessione attraverso il cielo”, ha detto D’Alfonso nell’ambito di un incontro sulla Nuova Pescara organizzato nella sua Officina, a Porta Nuova. “Dobbiamo ragionare con i grandi vettori, Ryanair ma non solo, per organizzare convenienze affinché sia facile andare da Pescara in ogni dove, anche tornando a volare sulle lunghe distanze come accadeva una volta”.
D’Alfonso ha sviscerato diversi temi della Nuova Pescara. “Quelli che abbiamo davanti saranno 30 mesi impegnativi ed esigenti. Serve una nuova macchina fotografica che rilevi le emergenze, i bisogni e le opportunità che non possiamo trascurare. La Regione ha in pancia tre miliardi di euro: serve ritrovare la motivazione, ma anche l’entusiasmo e l’ambizione progettuale”.
C’è il tema della vita notturna in un territorio che deve conciliare voglia di divertimento, necessità di sicurezza e diritto al riposo
D’Alfonso, poi, ha sottolineato: “Vedo alcune grandi questioni da affrontare: intanto deve essere facile realizzare progetti di vita economica in questa città; in secondo luogo, qui cominciano a essere troppi gli omicidi; terzo, le grandi infrastrutture come il fiume, che deve tornare pieno di acqua di qualità, o come l’ospedale, che deve essere fatto su misura per la domanda di salute dei cittadini grazie a una diagnostica facile e al contrasto delle acuzie. Pescara ha i numeri per mettere in campo un nuovo progetto di sanità pubblica. Inoltre, questa città si può permettere una zona franca urbana, come è successo nel 2005. Infine c’è il tema della vita notturna, in un territorio che deve conciliare voglia di divertimento, necessità di sicurezza e diritto al riposo. Affinché le risorse vengano messe a terra servono le idee, serve stilare una graduatoria dei problemi, serve assunzione di responsabilità senza la paura della firma. Tutto questo è nella cifra della politica e il PD ha nella sua mappa cognitiva la partecipazione, che è il fondamento grazie al quale siamo qui a discutere”.
Bisogna tornare a concepire questa città come un luogo delle opportunità
D’Alfonso ha concluso così l’assemblea: “Io non credo che i pescaresi vogliano una città usa e getta. Serve una mappa ambiziosa affinché in questa città ci sia qualità e quantità della vita, coesione e competizione. Una mappa che vogliamo stilare creando un cantiere delle intelligenze, che devono tornare a concepire questa città come un luogo delle opportunità”. (emmeci)