La sintesi della politica è questa: sei all’opposizione e dici una cosa; arrivi al governo e dici il contrario. L’esempio lampante di questo trasformismo è la Legge Fornero. Quella, per intenderci, che ha riformato le pensioni, evitando il collasso finanziario dell’Inps e dello Stato. Elsa Fornero, austera, educata e competente professoressa torinese, fu cooptata alla guida del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dal presidente del Consiglio Mario Monti, a sua volta chiamato d’urgenza dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per rimediare al disastro dell’ultimo Governo Berlusconi, di cui facevano parte Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega. Da quella riforma (Legge n. 92 del 28 giugno 2012), annunciata piangendo dalla Fornero perché per salvare le pensioni di domani mortificava la pensioni del presente, spostando oltre l’immaginabile la linea dell’addio al lavoro – 67 anni anagrafici oppure 43 anni di contributi per gli uomini e 42 per le donne – sono trascorsi 11 anni.
Undici anni di enormi sacrifici per molti pensionati o aspiranti tali e di furibonda lotta politica. Per la Lega, la Fornero, sia la Legge che la professoressa, è l’orrendo Moloch, il demone da sconfiggere. O meglio, è stata l’orrendo Moloch perché, come per incanto, la stessa Legge che Matteo Salvini voleva cancellare alla prima seduta del Consiglio è diventata, così scrive nella nota di aggiornamento al Def (Documento economia e finanza) il ministro Giancarlo Giorgetti “un modello virtuoso che ha migliorato in modo significativo la sostenibilità del sistema pensionistico, garantendo una maggiore equità tra le generazioni”. Salvini e Giorgetti sono dello stesso partito, la Lega. E allora? Beh, è semplice da spiegare. Salvini è in perenne campagna elettorale e ne dice una dietro l’altra, dalle cancellazioni delle accise sulla benzina all’abolizione dei pedaggi autostradali. Il pragmatico Giorgetti è alla guida del ministero più importante, quello dell’Economia, e deve far quadrare i conti.
Come se ne esce? Non se ne esce. Il sistema pensionistico italiano era e rimarrà iniquo, con incolmabili sperequazioni, frutto di errori stratificati nei decenni. Ci potrà essere qualche provvedimento ad hoc, tipo prepensionamenti mirati per categorie particolari, ma niente di più. Una cosa, però, si potrebbe fare. Chiedere scusa ad Elsa Fornero. Voi ce lo vedete Salvini che chiede scusa? Si fa meno fatica a immaginare il suo prossimo annuncio: “Cancelleremo la Legge entro la fine della Legislatura”. Sì, insieme alle accise e ai pedaggi autostradali. (emmeci)