Una quarantina tra associazioni e comitati cittadini da una parte. L’amministrazione comunale di Pescara dall’altra. Basterebbe questo per dire che in città non si respira una bella aria e non solo per le assillanti e nocive micro polveri. Sabato prossimo, il 25 marzo, alle 11, in piazza Sacro Cuore, ci sarà una manifestazione dal titolo eloquente: “Non nella nostra città”. Su whatsapp, nei giorni scorsi, è partita una chiamata a raccolta delle associazioni e dei comitati che, non dimentichiamolo, sono formati da cittadini che rivendicano qualcosa e hanno tutto il diritto di farlo.
La sintesi è fissata in quattro punti, ben visibili sul manifesto creato per l’occasione: partecipazione dei cittadini negata, parchi declassati a spazi da cementificare, perdita di vivibilità e mancanza di visione sul futuro della città.
Più che chiedersi se sia ancora possibile un dialogo tra questi pescaresi che, per l’occasione si sono riuniti in un gruppo di coordinamento, e la giunta di destra del sindaco Carlo Masci, bisogna chiedersi cosa abbia fatto finora la giunta per dialogare con loro. Visto il risultato, diremmo ben poco. Il comitato Salviamo viale Marconi, tanto per pescare nel mazzo, potrebbe contestare questa osservazione e precisare, senza timore di smentita: non è stato fatto nulla!
Viene da sé che la gestione di una realtà complessa coma una città non metterà mai tutti d’accordo e che non sempre le istanze, seppur legittime, di una parte dei residenti siano davvero utili alla collettività. Però, è innegabile che negli ultimi anni, di fronte alle proteste dei cittadini, la risposta, quantomeno stizzosa, arrivata da Palazzo di città sia sempre stata la stessa: “Tanto lo facciamo lo stesso”, che non è propriamente un invito alla partecipazione democratica.
Dai famigerati semafori T-red all’abnorme estensione dei parcheggi a pagamento, dalla cervellotica viale Marconi, oramai viale dei Matti, alla deplorevole cattiva manutenzione delle strade (solo ora, dopo anni, si vede qualche toppa); dal verde trascurato alle tante, troppe zone di degrado, specie a Porta Nuova, passando per l’imbarazzante trascuratezza dell’area antistante il Mediamuseum e senza dimenticare la costruzione, annunciata, del palazzo della Regione nell’area di risulta della stazione ferroviaria, la filovia sulla strada parco, via Cavour, corso Vittorio Emanuele in brandelli…. l’elenco è lungo e non esaustivo. Purtroppo.