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Ospedale Dea di 2° livello, l’ennesimo pasticcio della Regione Abruzzo

22 Dicembre 2025 da Redazione

di Antonio Ciofani*

II DM 70/2015 decreto Lorenzin (allegato 1, articolo 2 e articolo 9.2), regolamenta la classificazione delle strutture ospedaliere del SSN i n 3 livelli gerarchici di complessità crescente, come pure stabilisce (articolo 3 ) le dimensioni delle singole discipline:
A) presidi ospedalieri di base; B) presidi ospedalieri di 1° livello, dotati tra l’altro d i DEA di 1º livello; C) presidi ospedalieri di 2° livello (HUB), dotati tra l’altro di DEA di 2º livello, dotati di tutte le discipline a d alta intensità assistenziale.
I DEA di 2° livello, uno ogni 600.000/1.200.000 abitanti secondo il DM, sono di fatto presidii salvavita in cui la moderna medicina ospedaliera dà il massimo delle chance ai pazienti politraumatizzati e con complesse patologie multiorgano, di essere salvati; vanno localizzati in ospedali con elevate casistiche per mantenere alta l’expertise delle équipe e per giustificare gli altissimi costi delle attrezzature medico-chirurgiche e diagnostiche di cui sono dotati. Infatti il decreto prevede che gli ospedali d i 2 ° livello debbano avere almeno 70.000 accessi l’anno al Pronto soccorso.

Premettendo che il Tavolo Interministeriale Salute / Economia e Finanze ha tuttora il compito di validare i Piani Sanitari delle Regioni in Piano di Rientro, la regione Abruzzo, che è in questo status, dopo 8 bocciature delle Reti Ospedaliere redatte dal 2016 in poi (non validazioni) da parte del Tavolo, rimane tuttora l’unica regione priva di almeno un DEA di secondo livello. Gli abruzzesi sono gli unici in Italia cui è negato tale servizio salvavita e sono costretti ad afferire agli hub romani o all’ospedale Le Torrette di Ancona.
La difficoltà di fondo da segnalare è che la Regione Abruzzo non riesce a recepire l’elementare principio della moderna medicina ospedaliera, molto ben esposto e d evidenziato dal DM 70, dell’organizzazione secondo livelli gerarchici di complessità delle strutture ospedaliere. E precisamente, come accennato, in tre livelli. L’Abruzzo non riesce ad andare oltre i due!
Ma c’è una novità: l’ultima versione della Rete ospedaliera regionale, Legge Regionale 60/2023, prevede a pag. 17 un cronoprogramma per l’individuazione dei DEA di 2° Livello entro 36 mesi. Ne sono già passati 24 ma nulla di ciò che è stabilito nel cronoprogramma è stato finora fatto. Anzi il presidente della Regione Marsilio ha dichiarato (contestato però dal presidente del Consiglio regionale Sospiri) nelle scorse settimane che i DEA di secondo livello in Abruzzo non si faranno, smentendo la Legge regionale voluta dalla sua giunta; ha anche dichiarato che il Ministero della Salute prenderà a modello la Rete abruzzese per le regioni con meno di 2 milioni di abitanti, dimenticando che TUTTE le regioni hanno già attuato da anni il DM70.

Peraltro il presidente Marsilio ha altresì dichiarato che se arrivasse un Commissario Governativo per sanare questa situazione, indicherebbe come sede del DEA di 2 ^ livello l’Ospedale Spirito Santo di Pescara. Che comunque lo è già di fatto dato che : 1) è un CTS-Centro Trauma di Alta Specializzazione, 2) il 100% dei casi pediatrici complessi e l’80% di quelli in età adulta di tutta la regione, vengono da anni portati a Pescara. Che ha, dati pre-covid, circa 97.000 accessi l’anno al Pronto Soccorso, circa 10.000 più del Sant’Orsola di Bologna e circa 10.000 più di quelli degli ospedali di L’Aquila (circa 43.000) e Teramo (circa 42.000) assommati ! Chieti circa 63.000.
Da segnalare che intanto è sui tavoli del Ministero il piano per individuare nel Paese una rete strategica di Ospedali di 3° livello, per combattere il fenomeno dell’emigrazione sanitaria, soprattutto da sud a nord. La nostra regione è ovviamente tagliata fuori dato che non abbiamo neanche quelli di 2° livello.
Il punto centrale che dimenticano molti politici abruzzesi è che la moderna medicina ospedaliera ad alta intensità deve essere centralizzata in pochi grossi poli demografici per giustificare, come sopra accennato, gli altissimi costi delle apparecchiature mediche e per mantenere in esercizio con adeguate casistiche cliniche le complesse competenze professionali richieste : essi scambiano questi elementari concetti di moderna programmazione ospedaliera, già attuati da anni in tutte le altre regioni, per una “penalizzazione” delle zone interne e poco popolate. E’ esattamente il contrario.


*Portavoce Consulta clinica di Pescara per il DEA di 2° livello

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