
Giustino De Cecco fu presidente del consiglio e della giunta regionale d’Abruzzo
Ci sono uomini, non comuni, che con le loro azioni costruiscono anche a beneficio della collettività. L’Abruzzo, per sua fortuna, ne ha avuti alcuni di spessore. Il Vinitaly di Verona, kermesse del mondo del vino, ci offre l’occasione per ricordare la figura iconica di Giustino De Cecco. Fu lui, nelle vesti di presidente della Camera di commercio di Pescara, a fare da capofila per il riconoscimento della Denominazione d’origine controllata (Doc) al Trebbiano d’Abruzzo. Correva l’anno 1972.
Nato a Fara San Martino (Chieti) nel 1911, Giustino De Cecco, rappresentante della nota famiglia dei pastai, dedicò la sua vita alla politica, diventando un primattore della Democrazia Cristiana abruzzese. Laureato in giurisprudenza, fu sindaco di Fara San Martino, presidente del Consiglio regionale per un breve periodo subito dopo l’insediamento dell’Assemblea e, poi, per due mandati presidente della Giunta regionale, oltre che attivissimo presidente della Camera di commercio pescarese. Morì proprio a Pescara, la sua città di adozione, nel 1976, dove gli hanno intitolato una via e un auditorium. Giustino era il fratello di Renato, il papà di Saturnino e Maria, tra i maggiori azionisti della De Cecco.
Tornando al Trebbiano d’Abruzzo, ha scavallato i 50 anni e al Vinitaly ha messo in mostra tre gioielli del vignaiolo Lodovico Arlini di Atri: le storiche bottiglie delle annate 1909, 1912 e 1920. Il Trebbiano è, insieme al Montepulciano, un brand della nostra regione. Proprio come la pasta. E non a caso il binomio è stato sugellato dalla lungimiranza di Giustino De Cecco.