
di Marco Della Torre e Agnese Ranghelli*
La politica e le dichiarazioni relative alla Fusione (E NON ANNESSIONE!) della Grande/Nuova
Pescara – unione di Pescara, Spoltore e Montesilvano – presentano una serie di paradossi e ossimori evidenti in ogni contesto e nei partiti sia di destra sia di sinistra, con decisioni a volte ambigue e discordanti. Prova ne sia che in questi giorni è riaffiorato il dibattito tra i sostenitori del sì e del no e ci si affretta a organizzare convegni e consigli comunali aperti, sia da parte di chi sostiene la nascita della Nuova Pescara, sia da parte di chi invece vorrebbe promuovere un nuovo referendum per impedirne l’attuazione. Ma di fatto c’è comunque una legge regionale che impone invece una road map precisa: al di là, infatti, di pretestuosi e populisti proclami da parte soprattutto di nostri amministratori spoltoresi, con 53 voti a favore e tre astenuti, l’assemblea costitutiva della Nuova Pescara si è riunita nei mesi precedenti, approvando la relazione semestrale.
Detta relazione ha evidenziato lo stato di avanzamento del processo di Fusione, partendo dai
cinque servizi associati dal primo gennaio 2024: protezione civile e coordinamento dei primi
soccorsi, servizi in materia di statistica, sportello unico telematico per le attività produttive,
contratti pubblici, servizi di progettazione, programmazione e accesso ai finanziamenti,
europei e non, anche sulle ulteriori cinque funzioni da associare a cominciare dall’anno 2025
(catasto; sistema informativo unico e integrato; promozione turistica; funzioni in materia di
energia; tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi
anagrafici ed elettorali). Come si può capire agevolmente, tutto questo potrebbe snellire una
pesante burocrazia e avere un impatto positivo sull’economia regionale: secondo uno studio
condotto dall’Università degli studi di Chieti-Pescara, la fusione potrebbe portare a una
crescita del PIL del 2,5% nel corso dei prossimi 5 anni. Orbene siamo ad aprile e le apposite commissioni istituite per il processo di fusione sembrano aver subito una battuta d’arresto, in attesa non si capisce di cosa, mentre i gotha della politica abruzzese nei salotti televisivi hanno dichiarato la loro coerenza nell’applicare l’esito referendario.
Noi consiglieri comunali di Spoltore (Forza Italia con le sue declinazioni civiche Prima Spoltore
e Spoltore Libera) abbiamo chiesto attraverso il nostro coordinatore provinciale di Forza Italia
di organizzare un incontro con l’unico sindaco di FI e i neoeletti consiglieri comunali del partito,
per addivenire a un esito costruttivo e produttivo riguardo la Fusione, senza risultati.
“E intanto il tempo se ne va”, cantava l’Adriano nazionale, con la risultante di un senso di vuoto
di responsabile concretezza, riducendo il tutto, ancora una volta, a una triste contesa o banale
prova di forza tra il SÌ e il NO: se necessario interpelliamo anche l’intelligenza artificiale quale
strumento di supporto a un’intelligenza umana che stenta o non ha voglia e tempo per trovare
le soluzioni più giuste ed opportune.
La Fusione della Grande o Nuova Pescara o Pescara (nemmeno sul nome si è ancora
d’accordo!) è un tema che interessa da vicino il comune di Spoltore, che offre il territorio più
ampio dei tre comuni, con le sue belle e dolci colline, e che ha un’identità ben definita e una
storia che risale al Medioevo. La sua identità è legata alla sua storia, alla sua cultura e alle sue
tradizioni e sarà molto importante non comprometterla, conservandone l’autonomia attraverso un Municipio funzionale e funzionante e attraverso decisioni condivise e condivisibili da tutti i principali attori di questa che potrebbe diventare una bella avventura o una triste tragedia: dovranno essere gli amministratori eletti, testimoni e attori principali di tutto questo e non il fato o possibili profittatori, in assenza dei primi.
Noi consiglieri comunali di Spoltore Libera e Prima Spoltore non ci stiamo a subire tutto
questo e auspichiamo che prima possibile si faccia chiarezza definitiva su come pianificare le
sfide per la nascente Fusione, in ordine alle vocazioni identitarie dei territori: non basta, come
fanno alcuni membri della giunta spoltorese, dire no a tutto o parlare confusamente di nuovi
referendum e raccolte firme sui social, che non avrebbero nessun valore legale e funzionale,
ma bisogna portare proposte concrete nelle commissioni e nei tavoli che contano, spesso
appannaggio però dei soli tre sindaci e presidenti dei consigli comunali.
*Consiglieri comunali di Spoltore