di Giulio Cesare Sottanelli*
Anche Trenitalia contribuisce alla marginalizzazione dell’Abruzzo e di altre regioni. Prendiamo il caso dei ben noti Frecciarossa, una categoria di servizi di punta dell’impresa ferroviaria Trenitalia caratterizzata dall’elevata velocità – fino a 300 chilometri orari sulle linee dedicate davvero all’Alta Velocità – e dall’alto livello di comfort offerto a bordo. Attenzione, però: i treni Alta Velocità Frecciarossa operano su numerose direttrici, sia all’interno che al di fuori del principale corridoio ad Alta Velocità della rete ferroviaria italiana Torino-Milano-Salerno, ma lungo la direttrice tirrenica (Torino-Milano- Napoli) esiste un efficiente servizio di trasporto ferroviario ad Alta Velocità, mentre le zone attraversate dalla direttrice adriatica restano escluse dal servizio.
Le regioni Marche, Abruzzo, Molise e Puglia continuano, infatti, a essere servite da convogli ferroviari costretti a viaggiare a velocità notevolmente inferiori. Si tratta di un’iniquità evidente: i treni che percorrono le tratte Napoli-Milano e Bari-Milano si chiamano entrambi Frecciarossa. Il primo viaggia a una velocità media pari a circa 200 chilometri orari; il secondo, che transita anche da Pescara, ha una velocità pressoché dimezzata, più simile a quella di un Intercity (regionale veloce) che a quella di una Freccia Rossa che circola sulla linea ad Alta Velocità.
Si potrebbe desumere che il vero Frecciarossa sia quello che viaggia sulla linea ad Alta Velocità, effettuando solo tre fermate sulla tratta Napoli-Milano, al contrario di quello che lungo la Linea Adriatica percorre la tratta Bari-Milano su una linea tradizionale, effettuando (talvolta) tredici o più fermate. Inoltre, il materiale utilizzato per realizzare il Freccia Rossa sulla linea Salerno-Roma-Milano – ETR 500 oppure 1000 – è molto più confortevole di quello utilizzato negli ETR 700 spesso impiegati per realizzare il cosiddetto Freccia Rossa sulla linea Adriatica.
Le note dolenti per gli abruzzesi non sono finite. Nonostante le caratteristiche completamente diverse per i due treni, i prezzi dei biglietti di entrambi si equivalgono o, in alcuni casi, sono addirittura maggiori per la Tratta Adriatica. Ho già presentato, insieme alla collega Giulia Pastorella, un’interrogazione al ministro dei Trasporti e mi chiedo quali iniziative, per quanto di competenza, intenda promuovere la Regione Abruzzo al fine di risolvere la situazione di iniquità tra la Linea Tirrenica e quella Adriatica in termini di velocità media e tempi di percorrenza. E, soprattutto, vorrei sapere cosa intende fare la Regione Abruzzo affinché gli abruzzesi la smettano di pagare il biglietto a un prezzo uguale o addirittura superiore rispetto a chi può fruire davvero di un servizio di Alta Velocità.
*Deputato di Azione