Il giornalista e scrittore Stefano Tamburini
Un libro che mette insieme una storia terribile come quella di un uomo ucciso da uno squalo, il terrore che si diffonde nella comunità colpita dalla tragedia e i tentativi di fabbricare una serie di menzogne per smontare la verità. Il tutto per evitare di penalizzare l’industria del turismo e quella delle attrezzature e gli accessori per la pesca subacquea. È scritto come un romanzo, a tratti sembra ricalcare le trame dei film della serie “Jaws” di Steven Spielberg, ma è una storia vera, accaduta 35 anni fa a Piombino, sulla costa toscana. È anche la contrapposizione tra un giornalismo che cerca di distorcere la realtà dei fatti per rovesciarli al servizio di interessi particolari e un giornalismo serio e capace di arginare anche questa ondata devastante di mistificazioni. Uno scontro che in certi momenti si fa complesso, perché la macchina del fango è ben organizzata anche se molto spesso affidata a interpreti al limite della cialtroneria. Aspetto, questo, che lontano dallo scenario della vicenda è difficile da cogliere. E dunque ancora oggi, lontano da Piombino, c’è ancora chi nutre dubbi sulla veridicità di una storia che ha invece passato il vaglio di accurate verifiche di inquirenti e investigatori.
Il titolo del libro è L’uomo e il mare. Il racconto appassiona, soprattutto quello ancor più devastante del dopo tragedia. Una storia che si sofferma sulla crudeltà di uomini ancora più feroci di uno squalo che cercano di far passare una verità alternativa a quella incontrovertibile dei fatti, infangando la reputazione dei testimoni e la memoria della vittima, Luciano Costanzo, 47 anni, lavoratore portuale ed ex calciatore di Massetana, Piombino, Acireale, Livorno, Savoia e Paganese. Fra i più attivi in quest’opera devastante di demolizione della verità, i giornalisti della rivista specializzata Aqua e alcuni quotidiani nazionali, con Vittorio Feltri in prima linea.
L’autore del libro è Stefano Tamburini, giornalista e scrittore, già direttore di Corriere Romagna, Agl (l’agenzia dell’allora Gruppo Espresso che curava il notiziario nazionale per 18 quotidiani locali), la Città di Salerno e Il Tirreno. Negli anni compresi tra il 1991 e il 1998, Tamburini ha lavorato anche in Abruzzo, prima come capo delle redazioni dell’Aquila del quotidiano il Centro e, successivamente, come capocronista a Pescara e come caporedattore all’ufficio centrale dello stesso giornale.
L’uomo e il mare – pubblicato da Edizioni Il Foglio – è un romanzo-verità che racconta gli accadimenti terribili che seguirono il 2 febbraio 1989. Quel giorno morte e terrore emersero dal mare di un insolito inverno che sembrava maggio. Le fauci di uno squalo si presero la vita di un sub e fecero precipitare Piombino, l’Arcipelago e mezza costa toscana in un film dove tutti erano attori e spettatori. E purtroppo non era che l’inizio di una storia assurda: la straordinarietà degli accadimenti veniva presa a pretesto per metterli pesantemente in dubbio, per costruire una narrazione tossica, devastante, umiliante.
In quello scenario, infatti, c’era chi cercava di infangare il sub attribuendogli una fuga per incassare una polizza sulla vita peraltro inesistente. O una battuta di pesca con gli esplosivi finita in malo modo. È la storia di un giornalismo sciatto e in malafede al servizio della menzogna sconfitto da quello più genuino e di qualità pronto a battersi perché un uomo già morto nel modo peggiore non fosse ucciso una seconda volta. E con lui anche un po’ del nostro vivere civile.
L’opera si pregia della prefazione di Giangiacomo De Stefano, produttore, autore e regista cinematografico, figlio di Gennaro, giornalista vittima in Abruzzo di un arresto illegale da parte di un poliziotto poi smascherato e condannato, grazie a un’estenuante opera di indagine alla quale Tamburini, pochi anni dopo la vicenda di Costanzo, prese parte con grande impegno. De Stefano scrive che «il libro di Tamburini ci mostra due diversi modi di intendere il giornalismo. Attraverso la storia tragica di Costanzo si parla di un appassionato lavoro d’inchiesta che contrasta chi vuole mistificare la realtà dei fatti per rovesciarli. Dalla parte opposta c’è, infatti , il giornalismo che cerca di sfruttare il clamore della vicenda, dando voce a coloro che hanno interesse a negare l’unica verità possibile e cioè che a uccidere Costanzo fosse stato uno squalo. È l’ignoto che ci spaventa e che dipinge come minacciosi elementi da sempre presenti in natura. Lo squalo nel mare, i lupi o gli orsi nei boschi. Tamburini mostra un giornalismo dal valore civile altissimo e lo fa attraverso un libro che ci fa immergere negli avvenimenti come se si trattasse di una serie televisiva, dove il finale aperto fa venire voglia di andare avanti pagina dopo pagina».
Stefano Tamburini ha scritto il suo primo libro nel 2022. Il titolo è Il prezzo da pagare (prefazione di Rosy Bindi), con lo sport scenario di lotta a favore dei diritti umani e civili. Arriva in semifinale al Bancarella Sport 2023 e viene insignito del premio Book for peace 2023. A novembre 2023 l’uscita del secondo libro dal titolo Beati, dannati e sogni truccati (sottotitolo Lo sport tra favole e malaffare). Ora il terzo, questo romanzo-verità dal titolo L’uomo e il mare.
L’uomo e il mare”(Storia di un sub ucciso da uno squalo e dei tentativi falliti di ucciderlo ancora), di Stefano Tamburini, prefazione di Giangiacomo De Stefano, 230 pagine, versione cartacea 14 euro (acquistabile on line o prenotabile in qualsiasi libreria), versione ebook 4,99 euro.