Il futuro di Pescara sarà determinato dalla capacità o, se preferite, dall’incapacità politica di stare insieme. La destra, quindi Fi, Lega e Fd’i, probabilmente anche in ossequio ai diktat che arrivano dalle segreterie nazionali, è pronta a compattarsi per difendere il potere conquistato legittimamente nelle ultime elezioni. Che ci siano insofferenza verso il sindaco Carlo Masci e imbarazzi per lo scandalo Trisi è fuor di dubbio, ma non così marcati da far gettare il bambino insieme all’acqua sporca.
Sulla sponda delle opposizioni, è tutta da verificare la capacità di speculare sulla certificata predisposizione di Masci&Co. di guidare la città senza fare scelte di claustrofobica scelleratezza. Sembra quasi che Pd, M5s, Azione, Italia Viva e il frammentato mondo della sinistra abbiamo metabolizzato l’idea che le elezioni vere siano quelle del 2027, quando si eleggerà il sindaco della nuova grande città (Pescara-Montesilvano-Spoltore unite). Bisogna essere geneticamente perdenti per non vedere la vittoria nel 2024. Appunto. (emmeci)