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Da sinistra: Enio Pavone e Giulio Sottanelli di Azione
Il deputato e il capogruppo di Azione: “Creare forme di compensazione per le province non coinvolte direttamente”
Giulio Sottanelli ed Enio Pavone di Azione scendono in campo per il DEA di II livello in Abruzzo, e lanciano una proposta: “Coinvolgere i comitati ristretti dei sindaci e tutte le parti interessate per individuare due presidi ospedalieri (uno di certo sarà Pescara, perché è il più grande ospedale regionale ndr) da trasformare in DEA di II livello, creando forme di compensazione per le province che non saranno coinvolte direttamente.”
I due rappresentanti di Azione hanno emesso un comunicato stampa congiunto. “Non condividiamo la dichiarazione di Marco Marsilio, presidente della Regione, sulla volontà di non istituire i DEA di II livello in Abruzzo, questa scelta sarebbe priva di una visione strategica per la sanità regionale. La legge nazionale prevede chiaramente la necessità di due strutture di questo tipo nella nostra regione, ma si preferisce prendere tempo e cercare soluzioni alternative pur di evitare scontenti tra le province. Questa non-scelta, però, non risolve il problema, ma lo aggrava, perché il risultato sarà solo un ulteriore indebolimento del nostro sistema sanitario e un aumento della mobilità passiva, con sempre più cittadini costretti a rivolgersi a strutture fuori regione o cliniche private per ricevere cure adeguate”, si legge nella nota di Sottanelli, deputato e segretario regionale di Azione, e Pavone, capogruppo in Consiglio regionale.
“Quando parliamo di DEA di II livello, parliamo di ospedali di eccellenza che devono garantire reparti e servizi fondamentali per i casi di emergenza più gravi, dalla neurochirurgia alla cardiochirurgia, dalla chirurgia vascolare alla terapia intensiva neonatale. Decidere di non realizzarli significa precludere agli abruzzesi cure di altissima specializzazione, costringendoli a curarsi in altre regioni. Questo è inaccettabile e certifica ancora una volta come la sanità in Abruzzo non sia governata con l’obiettivo di tutelare i cittadini, ma con logiche esclusivamente elettorali.”
“L’Abruzzo è già una delle regioni con il peggior saldo passivo nella mobilità sanitaria, con oltre 104 milioni di euro di debito per cure ricevute dai propri residenti fuori regione. Continuare su questa strada”, si legge nel comunicato, “significa aggravare una situazione già insostenibile e rendere il nostro sistema sanitario sempre meno attrattivo e competitivo. È evidente che senza un intervento deciso, il divario con le regioni più virtuose continuerà ad aumentare e a pagarne il prezzo saranno ancora una volta gli abruzzesi. A questo si aggiunge il grave ritardo nella digitalizzazione del sistema sanitario regionale, trasformazione necessaria all’adozione di strumenti avanzati come l’intelligenza artificiale, che nei prossimi anni miglioreranno l’efficienza e la qualità delle cure. L’assenza di investimenti in questa direzione non fa che rallentare ulteriormente i servizi, peggiorando l’accessibilità alle prestazioni e aumentando i disagi per i
cittadini.”