di Vincenzo Salini*
Negli ultimi anni, la chirurgia protesica dell’anca ha visto l’introduzione di tecniche sempre più avanzate, mirate a ridurre l’impatto dell’intervento e a favorire un recupero più rapido e sicuro per i pazienti. La via di accesso anteriore (DAA) è una tecnica chirurgica minimamente invasiva in cui il chirurgo raggiunge l’articolazione dell’anca tramite un’incisione anteriore della coscia. Questa modalità permette di evitare la sezione dei muscoli e tendini dell’anca, preservando quindi l’integrità muscolare e garantendo una miglior recupero post-operatorio.
I vantaggi della via anteriore sono infatti molteplici con un recupero più rapido e una riabilitazione precoce. Molti pazienti riferiscono un ritorno più veloce alle attività quotidiane e un minor dolore post-operatorio. Evitare la sezione dei muscoli comporta, infatti, una minore infiammazione e, di conseguenza, consente ai pazienti di ridurre il ricorso agli antidolorifici, limitando gli effetti collaterali associati a tali farmaci. Con la via di accesso anteriore il rischio di lussazione è ridotto e la stabilità dell’articolazione dell’anca, grazie alla conservazione della muscolatura, riduce il rischio di lussazioni post-operatorie, una delle complicanze più temibili nelle protesi d’anca.
Questo beneficio è particolarmente importante per i pazienti più giovani e attivi, che desiderano mantenere uno stile di vita dinamico. Infine, con un accesso mini-invasivo c’è un miglior risultato estetico ed una cicatrice ridotta. La posizione frontale dell’incisione, solitamente di piccole dimensioni, risulta meno visibile ed esteticamente più accettabile per i pazienti. Questo può influire positivamente sulla loro percezione dell’intervento e sul benessere psicologico.
Nonostante i numerosi benefici, la via di accesso anteriore richiede un’esperienza chirurgica specifica. L’esposizione dell’articolazione dell’anca può infatti risultare complessa è, quindi, essenziale che il chirurgo abbia una preparazione adeguata e familiarità con le tecniche minimamente invasive. Inoltre, l’accesso anteriore può non essere indicato in tutti i pazienti. In individui con deformità dell’anca, obesità o altre particolarità anatomiche, l’approccio può risultare più complicato e meno vantaggioso rispetto ad altre tecniche.
La via di accesso anteriore rappresenta un’opzione terapeutica avanzata e minimamente invasiva per la chirurgia protesica dell’anca, offrendo vantaggi significativi in termini di recupero, comfort post-operatorio e stabilità dell’articolazione. Tuttavia, è fondamentale che l’approccio sia personalizzato e che il chirurgo valuti attentamente l’idoneità del paziente per questo tipo di intervento.
*Professore ordinario Università Vita-salute San Raffaele Milano in Ortopedia, traumatologia e Medicina dello Sport