
di Ernesto Grippo*
A Pescara le strade non sono sicure ma si spendono tanti soldi pro capite per la manutenzione. Lo afferma il rigoroso International Center for Social Research, che ha stilato la classifica delle 50 città italiane più pericolose per la sicurezza stradale. Pescara si colloca al 18° posto con un indice di pericolosità pari a 82,52 contro i 450 di Roma al primo posto ed i 32 di Taranto all’ultimo posto. I pescaresi, quando percorrono le strade urbane con auto, moto o bici, non fanno fatica a credere nella classifica, ma sono altri gli indicatori della ricerca che devono far riflettere: la spesa pro capite per la manutenzione stradale e l’indicatore di manutenzione stradale.
Per spesa pro capite Pescara si colloca al 5° posto con 153,27 e solo a Venezia, per ovvi motivi, si spende di più (235) e poi Torino, Aosta e Campobasso. E l’indicatore della manutenzione stradale pone Pescara al 4° posto in classifica con un 51,09 e anche qui solo Venezia , Campobasso e Aosta sono più in alto.
Quindi, strade molto pericolose per buche, segnaletica scarsa, manto stradale inadeguato, ma tanti soldi spesi in rapporto ai cittadini residenti e una elevata attività manutentiva. Se pensiamo che a Pescara ci sono solo 350 km di strade e con 75.000 euro si riesce a rifare un chilometro di strada, non solo una leccata d’asfalto ma i tre strati previsti. Quanti soldi sono stati spesi in questi anni in modo non corretto. Quanti appalti non sono stati collaudati in modo corretto?
L’Autorità Nazionale Anticorruzione il 20 febbraio 2024, in un articolo pubblicato sul suo sito dal titolo Pescara, appalti di lavori sempre agli stessi operatori. Violati Codice e buona amministrazione ha dipinto a tinte fosche la gestione degli appalti e nello specifico non si è risparmiata. Questo il testo integrale dell’Anac che avrebbe dovuto indignare e mobilitare la cittadinanza per chiedere conto di come si stanno spendendo i soldi pubblici. Nulla di tutto questo è accaduto, ma è bene ricordare le parole dell’Anac che dovrebbero pesare come macigni. “Pochi operatori economici, sempre gli stessi a ricevere gli appalti di lavori. Evidente violazione del principio di rotazione nell’affidamento diretto di appalti o nell’invito a procedure negoziate. Gestione non conforme degli affidamenti di lavori, ripetuta negli anni, in particolare nel 2022 e nel primo trimestre del 2023, ma anche nel 2020 e nel 2021.”
L’istruttoria era stata aperta a seguito di due esposti segnalanti anomalie e la prassi del Comune di Pescara “di affidare innumerevoli appalti sempre agli stessi soggetti”.
“Gli affidamenti diretti del Comune di Pescara”, si legge nella nota di Anac a conclusione del fascicolo 5683/2022, inviata il 27 dicembre 2022, “risultano complessivamente 261 (87,5%) così suddivisi: 73 nel 2020, 86 nel 2021, 98 nel 2022 e 4 nel primo trimestre del 2023; mentre le procedure negoziate ammontano a 32 (10,7%) di cui 12 nel 2020, 5 nel 2021, 12 nel 2022 e 3 nel 2023. Sono invece presenti soltanto 5 procedure aperte (1,6%) per tutto il triennio di riferimento e il primo trimestre 2023”.
Continua l’Autorità Anticorruzione: “Dalla ricognizione di queste procedure emerge la tendenza della stazione appaltante di rivolgersi sempre alla stessa platea di operatori economici, sia in relazione agli affidamenti diretti, che per quanto riguarda gli inviti alle procedure negoziate. Infatti, si è riscontrato spesso che molte procedure venissero affidate anche a distanza di poco tempo alle stesse imprese, le quali poi risultavano destinatarie anche di inviti alle poche procedure negoziate effettuate, in palese violazione del Codice degli Appalti”.
In parole povere, appalti dati con affidamento diretto e senza rispettare la rotazione. Molti di questi riguardano anche le strade, quindi, non sarà un caso che poi in queste classifiche Pescara non brilla.
*Comandante Polizia municipale Roseto degli Abruzzi