di Ernesto Grippo*
Il tema della sicurezza stradale è un fiume carsico sui media, nei bar, ma anche sulla bocca di esponenti di governo di qualsiasi colore, di amministratori locali alle prese con i bilanci in rosso. Un tema che si brandisce sull’onda lunga emotiva di un pedone o di un ciclista investito, di una strage del sabato sera o di un’altra sera della settimana. L’Associazione Amici della Polizia Stradale, guidata dal benemerito Giordano Biserni e da uno staff di collaboratori che meriterebbero encomi solenni e maggior risalto, da anni raccoglie dati aggiornatissimi sulla carneficina quotidiana sulle strade ed autostrade italiane. Gli ultimi dai Istat relativi ai sinistri rilevati nel 2022 offrono spunti di riflessione chiari e limpidi che rendono risibili le scelte politiche nazionali e sconcertanti le politiche comunali.
Dal 1992 assistiamo ad un costante incremento delle sanzioni previste dal Codice della strada per le violazioni più rilevanti a cui non corrisponde, purtroppo, un incremento dell’attività sanzionatoria per carenza di controlli e di pattuglie di polizia stradale. Il reparto speciale della Polizia Stradale della Polizia di Stato, che nel Centro Addestramento di Polizia Stradale di Cesena per decenni è stato generato, alimentato e professionalizzato ai massimi livelli, negli ultimi decenni è stato debilitato negli organici. Le Polizie Locali spesso sono state riconvertite in ruoli non propri a discapito proprio della sicurezza stradale: nuclei cinofili, nuclei antidroga e quanto altro di ibrido sottraendo risorse proprio alla sicurezza stradale. Negli ultimi anni poi la definitiva resa purtroppo spesso di buon grado per molti operatori delle polizie locali a favore della tecnologia. Zone a Traffico Limitato con i varchi elettronici, autovelox e controlli elettronici dei semafori. Fiumi di milioni di euro che entrano nella casse dei comuni senza una ragione ma spesso addirittura senza una motivazione.
I dati Istat sui sinistri del 2022 sono chiari. Nelle strade urbane solo lo 0,9 % dei sinistri è stato causato da utenti della strada che procedevano senza rispettare il semaforo rosso. Mentre per il 12,7% i sinistri sono stati causati da distrazione (cellulare ?) , il 7,9% per manovra irregolare, il 3,4% per comportamenti scorretti dei pedoni e il 4,4% per non aver dato precedenza ai pedoni.
Queste ed altre cause dei sinistri che dovrebbero essere le direttrici sulle quali progettare i controlli di polizia stradale. E invece accade esattamente il contrario. Sì, perché a quello 0,9% causa dei sinistri, il passaggio con il rosso, è stata data tanta importanza da far rilevare ben 615.162 infrazioni da parte delle Polizie Locali d’Italia che equivale al 9,5% di tutte le violazioni elevate. Al comportamento scorretto dei pedoni (4,4% causa dei sinistri) poca importanza se sono state elevate solo 6.655 infrazioni equivalenti all’1% di tutte quelle elevate. Le guide con il cellulare sono state sanzionate solo nella percentuale dello 0,8, così come i pedoni sono stati multati con una percentuale dello 0,3. Delle oltre sei milioni e mezzo di violazioni elevate dalle Polizie Locali oltre il 30% sono state per eccesso di velocità. E’ chiaro che le maggiori sanzioni sono elevate grazie alla tecnologia (autovelox e Tred) e mancano i dati sulle multe per Ztl con varco elettronico che sono l’altro fiume in piena per le casse comunali.
Tutto a discapito del controllo del territorio con pattuglie di polizia locale che “girano” a vuoto, passeggiano, pedalano, ma non contestano nell’immediato se non in casi rari.
Un esempio su tutti. Se passo in Ztl con varco elettronico e senza copertura assicurativa e senza revisione , continuo a circolare liberamente mettendo a rischio pedoni ed altri utenti della strada perché nessuno mi ferma , e con constatano nemmeno che sono privo di patente o con patente scaduta o revocata. L’ufficio della Polizia Locale che gestisce quel varco mi invia la multa per il transito irregolare (giustamente) e poi avendo constatato la mancata copertura assicurativa mi invita a trasmettere i documenti per verificare se effettivamente non ero coperto e se non provvedo, trascorsi due mesi da quando me lo chiedono e quasi cinque da quando sono passato al varco, mi inviano il verbale per la mancata copertura assicurativa.
Se una pattuglia presente all’interno della Ztl mi avesse fermato quel giorno oltre alla sanzione pecuniaria mi ordinava immediatamente di cessare la circolazione.
Ad oggi si stimano ben 3 milioni le autovetture senza copertura assicurativa, il 6% della totale circolante. Quando si installano autovelox fissi o mobili si dovrebbe prima relazionare sul numero di sinistri rilevati in quel tratto di strada e poi rendicontare sui dati successivi in costanza di autovelox presente.
Così ancor di più per i Tred che sanzionano il passaggio con il rosso. Prima di decidere se posizionarlo a quell’incrocio sarebbe doveroso rendere in chiaro i sinistri registrati sino a quel giorno, quanti feriti e quanti morti, poi installare la tecnologia e raccontare i miglioramenti registrati sul fronte dei morti e dei feriti. Se si incassano milioni di euro dai controlli elettronici ma si raccontano anche le vite umane salvate o la diminuzione del numero di feriti nulla quaestio, anzi. Una vita umana non ha prezzo. Ma se nulla si dice sul perché si installa il controllo elettronico e non se ne raccontano i benefici sul versante della sicurezza stradale allora considerarla una foglia di fico è lecito .
Per uomini e donne della polizia locale la tecnologia è il colpo letale alla loro dignità ed alla loro professionalità e un vulnus rilevante sulla strada di una riforma della polizia locale.
*Comandante polizia municipale Roseto degli Abruzzi