di Gianni Melilla*
La Legge elettorale regionale va scritta insieme dalla maggioranza e dalla minoranza. Il Consiglio regionale dell’Abruzzo si appresta a modificare la legge elettorale, come ha proposto il presidente Marsilio, e mi auguro che riesca a farlo in modo unanime perché le regole con cui si eleggono i consiglieri e il presidente della Giunta devono essere condivise da maggioranza e opposizione. Lo dico perché facemmo così quando, da presidente della commissione Statuto della Regione, fui relatore sia della modifica dello Statuto che della legge elettorale regionale. Approvammo all’unanimità sia lo Statuto che la legge elettorale. Non fu facile. Trovammo un punto di equilibrio partendo da posizioni diverse. Io, ad esempio, ero e sono ancora convinto che la legge elettorale regionale migliore sia quella con cui si eleggono i sindaci e i consigli comunali. Il candidato sindaco, se non raggiunge la maggioranza assoluta al primo turno, va al ballottaggio con chi arriva secondo e chi vince poi ottiene il premio di maggioranza che garantisce la governabilità. Ma il doppio turno che garantisce di eleggere chi ha una effettiva maggioranza degli elettori, non trovò il consenso necessario e fu scelta la elezione del presidente a turno unico. Eravamo in una fase di bipolarismo politico: centrodestra contro centrosinistra. E questo comunque garantiva che chi vinceva aveva un forte consenso elettorale. E dunque il danno alla rappresentanza era molto limitato se non inesistente. Chi vinceva allora era sempre vicino al 50%. Oggi non è così: i poli sono almeno tre e può accadere che chi vinca abbia un consenso lontano dalla maggioranza assoluta. Spesso meno del 40%. È accaduto così in varie elezioni regionali.
Dunque per favorire una reale democrazia sarebbe utile scegliere il doppio turno per eleggere il presidente, naturalmente sempre se un candidato non consegua la maggioranza assoluta al primo turno. Altra revisione opportuna sarebbe, secondo me, la possibilità del voto disgiunto tra presidente e lista elettorale per dare la libertà al cittadino di poter scegliere senza il vincolo automatico dello schieramento di appartenenza del presidente. È già così in varie regioni italiane e nell’elezione dei sindaci e dei consigli comunali: ciò attribuisce più potere decisionale dell’elettore. In un momento di forte preoccupazione per i livelli di astensionismo, occorre recuperare la fiducia dei cittadini dando più poteri all’elettorato.
Il collegio regionale unico rispetto ai quattro provinciali ha il merito di superare le deprimenti spinte campanilistiche e clientelari dei singoli consiglieri regionali, e inoltre metterebbe sullo stesso piano il presidente eletto su base regionale e i consiglieri regionali attualmente eletti invece su base provinciale. Il campanilismo non solo indebolisce la forza istituzionale della Regione, ma aumenta le spese in modo irrazionale e improduttivo. La scelta del collegio regionale unico è comunque una scelta delicata che deve essere assunta senza contrapposizione tra le province. Le leggi elettorali sono creature strane e non devono avere curvature strumentali e di parte. Vengono prima della dialettica politica e per questo necessitano della più ampia condivisione. Non sono competenza dei governi, ma delle assemblee elettive.
Gli obiettivi di una legge elettorale dovrebbero favorire la massima partecipazione al voto, garantire un effettivo potere decisionale dei cittadini, dare autorevolezza al presidente della giunta eletto da una reale maggioranza dei cittadini (per questo il doppio turno è più democratico del turno unico) e al consiglio regionale, che deve avere un’identità regionale evitando di essere la sommatoria di quattro campanili provinciali o peggio sub provinciali come è adesso (per questo è preferibile il collegio unico regionale). La sintesi non è semplice, ma è obbligatorio decidere a larga maggioranza, per evitare, come diceva Toqueville, ‘una dittatura della maggioranza’. Cosa che purtroppo è successo a livello nazionale con scellerate leggi approvate ad esigua maggioranza: dal Porcellum all’Italicum e al Rosatellum.
*Presidente emerito del Consiglio Regionale dell’Abruzzo