di Gianni Melilla*
In nessun Paese europeo esiste un limite di mandato per sindaci (in Italia c’è solo per i 100 dei comuni più grandi) e presidenti ( di Regione. Peraltro, in Italia non esiste nessun limite di mandato per i consiglieri e assessori comunali, provinciali e regionali, per i deputati, per i senatori, per i ministri e per il presidente del consiglio dei ministri. E, dunque, non capisco la ratio del limite di due mandati per 120 tra sindaci e presidenti di Regione. Ridicola la giustificazione di limitare il potere personale: se così fosse, i limiti di mandato andrebbero posti per le cariche più alte di livello nazionale, dal Parlamento al Governo.
Mi sembra tutto un giochetto politico per sbarazzarsi di amministratori scomodi, per vari motivi. Gli elettori hanno il potere di decidere con il loro voto chi fa il sindaco o il presidente di Regione. Condivido su questo problema le posizioni di Sala, Zaia e De Luca. Infine ritengo che l’esperienza in politica sia un bene e se un sindaco è bravo non capisco perché debba lasciare per forza dopo due mandati. Lasciamo ai cittadini il potere di decidere chi votare. Uno non vale uno. La politica è una professione che si acquisisce con la cultura, la militanza di partito, l’esperienza amministrativa. Il consenso elettorale non va considerato qualunquisticamente un abuso di potere.
Presidente emerito del Consilio regionale d’Abruzzo