*di Roberto Di Domenico
Vorrei dire tanto sul tema della fusione di Pescara con Spoltore e Montesilvano. Dopo l’approvazione della Legge che ha spostato la nascita della Nuova Città al 2027, rimarrebbe da dire solo “purtroppo non decido io”. Mi rammarica che, trascorsi nove anni dal referendum che ha approvato Nuova Pescara, gran parte della nostra classe politica non abbia bene individuato e adeguatamente valutato i benefici che ci sarebbero per tutto il territorio pescarese e per i cittadini.
Adesso siamo come una famiglia afflitta da problemi economici che, non capendo le reali opportunità a portata di mano, continua a peggiorare la propria esistenza. La grande città, tanto per dirne una, farebbe lievitare la valutazione degli immobili personali che, oggi come oggi, in alcune zone dei tre comuni è crollata. In tanti casi, gli immobili non si possono vendere perché il mercato non ha più dinamismo. Quanti appartamenti vuoti ci sono a Montesilvano?
Una città nuova aprirebbe scenari virtuosi e rimetterebbe in moto l’economia, facendo fermentare anche i valori degli immobili. Quella casa che adesso viene vista come un peso, gravata com’è dalle tasse, rivalutandosi darebbe alla famiglia la giusta serenità per affrontare il futuro e anche un maggiore peso contrattuale nell’interlocuzione con le banche. In quanti ora non riescono ad accedere a un finanziamento perché non possono offrire le garanzie ritenute idonee dagli istituti bancari?
E’ chiaro che questi processi non avvengono dall’oggi al domani, ma un nuovo centro urbano, con tutti i milioni stanziati dallo Stato, ben 105 in un decennio, sarebbe attrattivo per gli investimenti privati, anche di tipo internazionale, e fungerebbe da straordinario acceleratore. Ora chi ha un terreno destinato a un insediamento industriale o un capannone, ha principalmente un problema. Se riprendessero gli investimenti, i problemi diventerebbero, come dicono negli Usa, happy problem. Il tutto per evidenziare che lo sviluppo produttivo, il commercio, il turismo e ogni cosa generi economia ha sempre risvolti diretti e positivi sulle famiglie, sugli individui, sulle nostre vite. Sul nostro futuro. I cittadini lo hanno capito. La cosa migliore da fare, a questo punto, è mettersi subito al lavoro, come se il 2027 fosse oggi, e cominciare tutte quelle attività necessarie a rendere Pescara, che vogliamo grande per dimensione e per idee, una città attrattiva per gli investimenti. .
*Presidente Sezione Agroalimentare di Confindustria Chieti Pescara