
di Ernesto Grippo*
Il Consiglio comunale di Pescara all’unanimità approva un regolamento che vieta l’utilizzo, su tutto il territorio comunale, dei fuochi d’artificio e degli articoli pirotecnici superiori alla categoria F1, tutto l’anno tranne per le feste di S. Andrea, Sette Dolori e San Cetteo e per “gli eventi che hanno un alto valore culturale, civile e sociale”. Peccato che si tratti di un regolamento illegittimo. Lo ha sancito la Quarta Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 2232 pubblicata il 18 marzo, 9 giorni prima del solenne pronunciamento dell’assise consiliare. Una figuraccia che si poteva evitare.
Nel merito i giudici di Palazzo Spada si sono pronunciati su un regolamento analogo del Comune di Milano che vietava di accendere fuochi d’artificio. Il Tar aveva già bocciato Sala e la sua Giunta che in quanto a fantasia hanno dimostrato di essere oltre Walt Disney in materia urbanistica. Ma Palazzo Marino è voluto andare fino in fondo ed è andato a fondo. Il Consiglio di Stato ha ricordato che è lo Stato ad avere legislazione esclusiva in materia di munizioni ed esplosivi e di tutela dell’ambiente. E poi la Direttiva 2013/29 dell’Unione Europea e il d.lgs 123/2015 , lo dice il Tar e lo conferma il Consiglio di Stato, “non riconoscono alcun potere di intervento del Comune sulla materia in questione”.
Al fine di frenare il delirio di onnipotenza della giunta Sala, il Consiglio di Stato ricorda che “il Comune di Milano, ente privo di potestà legislativa primaria abbia esorbitato dalle proprie competenze e abbia altresì violato il principio di gerarchia delle fonti previsto nelle disposizioni preliminari al Codice Civile e in particolare , dall’art. 15.” Ne consegue che “la materia della tutela dell’ambiente e quella dei materiali esplosivi sono riservate alla competenza dello Stato” e quindi anche la relativa potestà regolamentare spetta allo Stato.
Se tutto ciò non bastasse, la direttiva Ue del 2013 è oltremodo chiara: “libera circolazione degli articoli pirotecnici nel mercato interno” e “gli Stati membri non vietano, limitano od ostacolano la messa a disposizione sul mercato di articoli pirotecnici che soddisfano i requisiti della direttiva”.
L’istruttoria della proposta regolamentare in quel di Pescara incassa il parere tecnico favorevole del dirigente Antonio D’Alessandro. Il segretario generale Carla Monaco presente. La premessa della delibera che cita proprio la Direttiva Ue che non attribuisce tale competenza ai Comuni…
Proposto dal consigliere Paolo Sola, la richiesta del divieto arriva in Commissione consiliare Ambiente e parchi dove passa con il parere contrario di D’Incecco, Paoni Saccone e D’Angelo, il parere favorevole di Di Stefano, Di Pillo e Sola e l’astensione di Mascia. In consiglio il dibattito convince i presenti e, dopo aver approvato l’esplodente e surreale emendamento, i contrari in commissione si convincono. Tutti d’accordo i 27 presenti. Assenti Costantini , D’Alonzo, Di Iacovo, Rapposelli e Renzetti. Dunque, nel merito, le ragioni anche condivisibili del “rispetto della natura e della sicurezza dei cittadini” trovano deroghe per tre feste civili i generici “eventi che hanno un alto valore culturale, civile e sociale”. Il proponente consigliere Sola, a ragione, ricorda l’impatto negativo sugli animali domestici, la fauna selvatica, le persone e l’inequivocabile inquinamento acustico ed ambientale.
Ma grazie all’emendamento questi danni non si verificherebbero o non fa niente se si verificassero se giustificati dalle feste di patrono e S. Andrea e ancor di più se si tratta di un evento di alto valore culturale civile e sociale. Basta spiegarlo al proprio animale domestico.
*Comandante Polizia locale Roseto degli Abruzzi