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Decreto sviluppo, il Consiglio di Stato boccia il Comune di Pescara per le case in via Oberdan

15 Gennaio 2025 da Redazione

di Ernesto Grippo*

Il Comune di Pescara nel 2023 ha male interpretato il Decreto sviluppo che consente dal 2011 di riqualificare aree urbane degradate, in particolare, interventi di demolizione e ricostruzione con libertà di sagoma. Grazie a questo decreto che in Abruzzo è stato recepito dalla legge regionale 49 del 2012  sono stati  consentiti  importanti ampliamenti. Lo ha affermato il Consiglio di Stato, con la sentenza n.183 del 13 gennaio 2025, pronunciandosi in un contenzioso  promosso da  cittadini residenti in Via Oberdan che nel 2023 si sono visti realizzare edifici abnormi rispetto alla volumetria iniziale. Il Tar Abruzzo aveva già dato ragione ai ricorrenti con la sentenza del 6 maggio 2024 n. 145, affermando che il permesso di costruire rilasciato alla Fad srl. per ristrutturazione edilizia previa demo ricostruzione  del fabbricato residenziale era illegittimo, così come lo era la Delibera del Consiglio Comunale n. 20 del 2023. 

Con questa delibera in realtà il Comune di Pescara aveva sostituito una precedente delibera del 2017 che aveva individuato quali fossero le aree urbane per le quali era possibile invocare una deroga nelle volumetrie. L’amministrazione aveva ritenuto possibile una nuova perimetrazione  degli ambiti territoriali per l’applicazione delle misure premiali anche grazie ad una nuova legge regionale.

Il Consiglio di Stato nel suo pronunciamento, a seguito dell’appello della ditta sostenuto anche dal Comune di Pescara e dall’Ance, ha bacchettato il Comune sottolineando che  la delibera ha esteso la portata delle misure premiali a gran parte del suo territorio senza motivare specificamente le proprie determinazioni circa l’esistenza dei presupposti di fatto e di diritto (in particolare della rigenerazione urbana o della razionalizzazione del patrimonio edilizio) e delle specifiche circostanze e caratteristiche dei luoghi i cui benefici in termini di ampliamento volumetrico, avrebbero dovuto essere collegati. 

Il Comune ha provato a difendersi sostenendo che in realtà la delibera del 2023 era frutto di uno studio dell’Università di Chieti Pescara, che sin dal 2015 aveva approfondito la materia e soprattutto a provato a sostenere che razionalizzazione del patrimonio e riqualificazione delle aree non non debbano sussistere entrambi per giustificare le misure premiali. 

I giudici di palazzo Spada hanno ricordato ai legali del Comune che i giudici di primo grado, annullando il permesso a costruire,  si sono conformati ai principi enunciati dalla Corte Costituzionale  che nella sentenza n. 92 del 12 aprile 2022, procedendo proprio all’esame della Legge regionale  dell’Abruzzo n.49/2012  ha affermato che l’applicazione delle misure incentivati, lungi dall’essere generalizzata ed indistinta, è mediata da una delibera del Consiglio Comunale che, con congrua motivazione, deve tener conto  di specifiche valutazioni o ragioni di carattere urbanistico ,edilizio, paesaggistico, ambientale  in relazione alla caratteristiche proprie delle singole  zone  e al loro diverso grado di saturazione edilizia.

Nella delibera n. 20 del 2023 questa valutazione non era presente e, di conseguenza, il permesso a costruire con le misure premiali concesso risulta illegittimo. In soldoni con la 163/2017, nel recepire la Legge 49/2012, il consiglio comunale aveva stabilito gli ambiti di esclusione delle misure premiali: la fascia litoranea a 50 metri dal ciglio stradale lato monte della riviera, altri ambiti in cui sussistevano vincoli di natura paesaggistica e idrogeologica, nonché alcune aree in cui procedere attraverso piani di recupero.

Ma la Regione Abruzzo ha ritenuto che tale applicazione si potesse rendere più estesa e nel 2000 ha introdotto la possibilità di introdurre un ulteriore incremento volumetrico,  sino ad arrivare alla possibilità di ricostruire fino all’85% in più di quanto demolito. Nel 2023 al Comune è sembrato comunque poco e ha eliminato le aree escluse dalla misure premiali e liberalizzando i cambi di destinazione d’uso. E il secondo sacco di Pescara è stato servito ad alcuni costruttori. Una città che è al sesto posto in Italia per densità demografica, che continua a consumare suolo senza fine, è una città destinata a soffocare tra cemento e inquinamento. Se questa è la città smart e intelligente c’è da rimpiangere una città slow e razionale. Il Comune ha ora il dovere di intervenire sull’attività edilizia in corso.

*Comandante Polizia locale Roseto degli Abruzzi

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