“Non toccare” è la frase che la mamma mi ripete più spesso quando andiamo in giro per la città, ma per proteggermi dovrebbe dirmi anche “non annusare”, “non guardare”, “non ascoltare”. Invece per crescere e per capire bisogna toccare, odorare, vedere, sentire. Mi chiamo Costanza, ho 3 anni e vi porto in giro con me, per farvi scoprire Pescara dal mio punto di vista.
Una passeggiata in centro È mercoledì 11 ottobre. Alle 16 mamma è venuta a prendermi alla scuola materna e ora andiamo a fare una passeggiata in centro per comprare il regalo alla mia amica. Domani è il suo compleanno. Compirà 3 anni, come me.
Siamo a Pescara Porta Nuova. La nostra bicicletta-color-ruggine è attaccata a una raggiera. Non posso toccare, ma dovrei anche tapparmi il naso. Intorno c’è una puzza tremenda, di birre rovesciate, di pipì, di liquidi vari. Tutto è appiccicoso. Mettere la catena facendola passare tra la ruota della bicicletta e il ferro della raggiera senza toccarlo è un gioco di equilibrio. Ci troviamo nel sottopasso del centro commerciale Il Molino.
Dovrebbe essere un posto residenziale. Gli appartamenti – sento dai grandi – hanno un costo di circa 2.100€ al metro quadrato. I due palazzi altissimi che stanno costruendo di fronte nel complesso The Place, che sono bianchi e hanno già le piante intorno e sui balconi, costano sui 3.500€ al metro quadrato, in un piano centrale. Potrebbe essere un posto bello, se avessimo più cura delle nostre cose. Vi faccio vedere il parcheggio delle bici dalla mia altezza, come lo vedo io:
C’è un supermercato aperto giorno e notte che si trova al Molino. È molto frequentato e ha un grande parcheggio sotto terra, ma in molti preferiscono parcheggiare sul marciapiede davanti all’ingresso.
Mi metto il casco. Partiamo. C’è una lunga pista ciclabile che dal quartiere di Porta Nuova porta in centro. La percorriamo e grido “pistaaaaa” quando da lontano vedo qualcuno o un piccione, così ci sentono arrivare. Però spesso troviamo delle macchine parcheggiate sulla pista ciclabile.
La pista lungo corso Vittorio Emanuele II è nuova e colorata, la bici va liscia e veloce. Arriviamo in centro e scegliamo un bel regalo per il compleanno.
È ora di tornare a casa. Incontriamo ancora qualche intruso sulla pista.
Poi passiamo accanto alla ferrovia, da lì posso vedere i treni passare piano perché sono vicini alla stazione di Porta Nuova. Lupetto, Pop, Jazz, Aquilotto. Se sono fortunata passa il Frecciarossa che è lunghissimo, o il treno merci che porta le cose in giro per l’Italia. Se abbasso lo sguardo vedo immondizia gettata, ci sono anche dei giochi. Vestiti, scarpe, e di nuovo sento quella puzza fortissima. Siamo lungo la pista ciclabile, ma non sembra un posto molto sicuro, infatti la sera non ci passiamo mai.
Siamo quasi a casa. Ancora qualche bici a noleggio e qualche monopattino lasciato di traverso sulle corsie della pista. “Ma come si fa?!” dico alla mamma. Lei sembra abituata. Mi abituerò anche io? Spero di no.
Michela Di Michele