di Ernesto Grippo*
Togliere i Tred ai sei incroci di Pescara dove sono stati installati è grave come averli installati. Non sappiamo se sia vero, come riportato su vari media, che il sindaco, a meno di tre mesi dalle elezioni comunali, intenda davvero smantellare il sistema di controlli per la violazione prevista dall’art. 146 commi 2 e 3 del Codice della strada. Vale a dire cambio di corsia, superamento della linea di arresto e passaggio con il semaforo rosso.
Abbiamo più volte sottolineato, su queste pagine e in altre occasioni, che per prima di installare il Tred si ha il dovere di valutare le ragioni di opportunità.
Il Tred è una strumentazione più che legittima e che non richiede alcuna autorizzazione e alcuna istruttoria. Un’amministrazione avveduta, a cui sta a cuore la sicurezza stradale, può ipotizzarne l’uso. Il primo punto è capire se all’amministrazione sta a cuore la sicurezza stradale. Se la risposta è affermativa, deve mettere in campo tutte le forze umane, la tecnologia e quanto altro per perseguire l’obiettivo. Quindi, organizzare un Corpo di Polizia locale che operi h24 (e Pescara, visto l’organico, aveva il dovere di farlo) per rilevare sinistri stradali, per controllare la guida con alcool e droga di giorno e di notte. E, poi, sanzionare tutti i comportamenti che mettono a rischio la sicurezza degli utenti della strada: guida con il cellulare, senza cintura, senza assicurazione, senza revisione, guida dei monopattini senza casco da parte dei minori, ciclisti sui marciapiedi, pedoni che attraversano fuori dalle strisce, omessa precedenza ai pedoni che attraversano regolarmente, motociclisti con caschi non omologati o senza, guida di monopattini senza giubbotto retroriflettente dall’imbrunire. Effettuare posti di controllo in ogni angolo della città , utilizzare pattuglie in borghese per reprimere comportamenti pericolosi.
Tutto questo contempla anche la tecnologia, certo. Utilizzo del tele laser per la contestazione immediata dell’eccesso di velocità in ogni strada, utilizzo dello scout speed per la contestazione immediata o differita dell’eccesso di velocità, senza alcun preavviso e in modo da ingenerare il timore della violazione e indurre ad una guida rispettosa dei limiti di velocità.
Arriviamo ai Tred. Strumenti elettronici che non si possono, ma si devono installare dopo aver acquisito i dati storici sulla sinistrosità dell’incrocio prescelto. Il Comando di Polizia locale deve raccogliere i dati dei sinistri con feriti lievi, gravi o mortali rilevati in quell’incrocio da parte della Polizia locale, dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato. All’esito di questo dato storico almeno degli ultimi cinque anni, ma anche 10, si può decidere se installare il Tred. Una volta installato, sarà gioco facile poter rendicontare la cittadinanza sull’impatto dello strumento sulla prevenzione dei sinistri.
A distanza di tre mesi, sei mesi, un anno va raccontato ai cittadini il numero inferiore di sinistri rilevati, il numero inferiore di feriti lievi, gravi o di morti constatati.
A quel punto, dopo aver ottenuto il risultato che non potrà che essere apprezzato da tutti perché salvare vite umane non ha prezzo, si potrà decidere di sospendere l’attivazione del Tred. A quel punto, si continua a monitorare l’incrocio e, dopo un congruo lasso di tempo, si certifica se la pericolosità perdura o meno e, nel primo caso, si riattiva la tecnologia.
Tutta questa elaborazione culturale richiede un’amministrazione disponibile, un comando di Polizia locale che si spenda per la causa e che faccia emergere positività e contraddizioni delle scelte politiche.
E’ vero che il “povero” comandante, a tempo determinato o indeterminato, si ritrova un Piano performance e soprattutto un Piano degli obiettivi ed un Piano esecutivo di gestione dove probabilmente è stato scritto, nello specifico, “attivazione del Tred” ed è stata stanziata una somma di denaro con quella finalità specifica.
Ma è proprio in questi documenti di programmazione e di gestione che si esprime il livello della classe dirigente e della classe politica. Perché il Peg e gli altri strumenti vengono elaborati dal Direttore generale con la condivisione dei dirigenti e poi sottoposti alla politica. Se questi profili non sono “alti”, non perseguono il bene comune, non si prefiggono obiettivi sfidanti per elevare la qualità della vita dei cittadini la partita è persa in partenza.
Accendere Tred senza cognizione di causa ingenera dubbi legittimi su una finalità diversa dalla sicurezza stradale, spegnere Tred senza cognizione di causa induce a pensare che la finalità non sia, ancora una volta, la sicurezza stradale ottenuta, ma la contingenza elettorale quinquennale in scadenza.
*Comandante Polizia locale Roseto degli Abruzzi