di Carlo Costantini*
Dobbiamo prepararci ad un evento storico: nel 2027 nascerà Nuova Pescara e questo sarà un appuntamento di straordinaria importanza per la nostra comunità. Una città di duecentomila abitanti, la capitale del Medio Adriatico; un popolo e una comunità che finalmente avranno la dimensione per esercitare le proprie legittime rivendicazioni e le proprie ambizioni a livello nazionale e a livello europeo. Si tratta di un progetto che ho ideato e studiato e a cui lavoro dal 2011. Probabilmente, fosse anche solo per questo, sono la persona più predisposta alla gestione di una fase delicatissima dalla
quale dipenderà il successo o l’insuccesso del progetto della Nuova Pescara.
Dal giorno dopo le elezioni occorrerà andare avanti con la costruzione del processo di fusione, facendo l’esatto contrario di quello che è stato fatto fino ad oggi. L’amministrazione comunale di Pescara fino ad ora si è preoccupata di imporre decisioni con un atteggiamento prepotente ed arrogante, che ha dato chiara la percezione del tentativo di mettere in campo un’annessione. In realtà, tecnicamente dovremo costruire una fusione. E la fusione presuppone per definizione che il punto di caduta sia costituito dall’applicazione delle migliori pratiche e dei migliori modelli organizzativi.
Questo tipo di confronto – per quello che interessa ad esempio i servizi sociali, l’organizzazione della riscossione e dell’accertamento dei tributi, la raccolta dei rifiuti – è mancato completamente. Invece sono questi ed altri gli aspetti salienti che dovremo affrontare per fare in modo che il primo gennaio 2027 si possa salire a bordo di una Ferrari solo con il motore da accendere.
Ho visto molti tentennamenti, molte contrapposizioni e una divisione anche sulla bozza di Statuto, su cui io lavorerò con l’obiettivo di recuperare. Anche da quel punto di vista, nei confronti dei Comuni di Spoltore e Montesilvano, si sono tentate fughe in avanti e prepotenze che devono essere evitate. Ci sono le condizioni per metterci tutti insieme e per recuperare anche quelle divisioni. Il tema fondamentale è legato alla visione, alla prospettiva, a quello che la nuova città dovrà rappresentare. Ma per fare in modo che tutto ciò sia condiviso occorre un approccio completamente diverso: un tavolo istituzionale costante che metta tutti e tre i sindaci nella condizione di pesare allo stesso modo. Non contano il dato numerico o il numero dei residenti.
Contano le vocazioni, le specificità. Contano i profili identitari e contano i migliori modelli organizzativi. Solo con queste forme di rispetto reciproco riusciremo a intervenire sullo Statuto e a costruire le
condizioni migliori perché il primo gennaio 2027 le strutture burocratiche siano pronte ad accendere il motore di Nuova Pescara.
*Candidato sindaco al comune di Pescara, coalizione di centrosinistra