di Gianni Melilla*
Il 29 marzo 1953, alle 12.10, la Rai comincia a trasmettere il Giornale Radio dell’Abruzzo-Molise, allora un’unica regione. Ancora oggi a distanza di 70 anni, alle 12,10 c’è l’appuntamento quotidiano con questo Giornale Radio della Rai. Fu realizzato a Pescara, in un appartamento in via Trieste, con i pochi mezzi tecnologici di quel tempo lontano e da pochi giornalisti e tecnici diretti da Edoardo Tiboni, straordinario intellettuale a cui si deve non solo la storia della Rai abruzzese-molisana, ma anche una parte importante della crescita culturale di Pescara e della nostra Regione. La sigla del giornale radio era Vola, vola e questa canzone ha accompagnato per decenni la vita quotidiana degli abruzzesi.
Con Tiboni collaboravano giovani giornalisti come Alfonso Di Russo, Mario Rapagnetta e Sandro Cironas, e tecnici di primo ordine come Gino Costantini, venuto da Roma, e Tom D’Amore. La segretaria era Stamura Di Francesco. Ben presto, attorno al Giornale Radio della Rai si raccolsero per volontà del direttore Tiboni, tanti giovani che sarebbero poi diventati importanti giornalisti. La spina dorsale del Giornale Radio era fornita da corrispondenti in tante città e paesi della Regione che riuscivano a coprire tutti gli aspetti della cronaca giudiziaria, amministrativa, sociale, culturale e sportiva. Gli ascolti iniziali erano all’inizio limitati, ma presto il boom economico portò in ogni casa prima la radio e poi la televisione.
Il Giornale Radio regionale ebbe il merito di coinvolgere anche i più grandi intellettuali abruzzesi che lo qualificarono con servizi e contributi di alto livello culturale. Il seguito popolare del Giornale Radio era amplificato da rubriche di grande successo con l’invenzione di personaggi che divennero famosissimi come Zi Carminucce del teatino Raffaelle Fraticelli, o Mastr’Antonio del pescarese Peppino Carmignani.
La domenica poi, all’ora di pranzo, nelle case abruzzesi veniva trasmessa la mitica Pe’ la Maiella. Rievocare i tempi passati in cui un pugno di pionieri guidati da Tiboni, informava i cittadini, dando loro notizie e soprattutto strumenti di educazione civica e formazione culturale, ci aiuta a misurare le differenze con un presente in cui il rumore della rete e delle televisioni sovrasta ogni altro mezzo di comunicazione. Quel tempo di poveri tralicci e antenne, di redazioni ridotte all’osso, di fatti raccontati da cronisti senza commenti superflui, non esiste più.
La comunicazione è stata rivoluzionata dalle moderni tecnologie, oggi si fa con internet e i satelliti spaziali, e i social media sono popolati da commentatori tuttologi che sostituiscono le loro opinioni ai fatti, spesso urlandole per coprire più che dialogare con altre idee. Non si può non provare un sentimento di nostalgia e anche di gratitudine per i fondatori del vecchio Giornale Radio della Rai negli anni in cui l’Abruzzo cresceva e si trasformava da regione povera segnata dall’emigrazione, in una regione industrializzata tra le più dinamiche a livello nazionale. Le radici di quel Giornale Radio sono state talmente forti che ancora oggi, a distanza di 70 anni, sintonizzandosi con i canali della RAI, alle 12,10 di ogni giorno, quel vecchio e glorioso Giornale Radio entra ancora nelle nostre case e continua ad informarci su quanto succede in Abruzzo.
*Presidente emerito del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, presidente dell’Associazione Fulvio Luciani