Forti del vento di destra e galvanizzati da anni al governo, hanno provato il salto lungo. E sono finiti, rovinosamente, nella polvere. Se è un segnale del cambiamento, lo verificheremo a giugno, quando Pescara sarà chiamata ad eleggere il sindaco pro tempore, cioè quello che accompagnerà la città alla fusione con Montesilvano e Spoltore, stabilita per gennaio 2027. Il presidente del consiglio comunale Marcello Antonelli (Lega), l’assessore ed ex sindaco Luigi Albore Mascia (Fi), l’assessore Alfredo Cremonese (Fdi), il consigliere ed ex vice sindaco (ai tempi della giunta di Albore Mascia) Berardino Fiorilli e l’assessore Gianni Santilli, vice sindaco fino a non molto tempo fa, sono stati clamorosamente bocciati. Bocciata anche Nicoletta Verì, assessore regionale alla Sanità.
La mancata rielezione di Nicoletta Verì (lista Marsilio Presidente) apre a una riflessione, dato che uno dei vanti del confermato presidente della giunta regionale Marco Marsilio è la Sanità. Delle due l’una: o i pescaresi non hanno capito il magnifico lavoro dell’assessore o il magnifico lavoro è stato solo uno spot elettorale. La vera risposta l’avrete se dovrete prenotare – e non ve l’auguriamo – una tac o un qualsiasi altro controllo in un ospedale pubblico. Per Nicoletta, 1.487 preferenze.
Veniamo all’ex vice sindaco Gianni Santilli, candidato nella lista Marsilio Presidente. Santilli è l’uomo dei Tred, i semafori mangiasoldi che bullizzano i cittadini senza garantire i controlli di sicurezza di cui la città ha davvero bisogno. Santilli ha pagato per i Tred? Non pensarlo è davvero difficile. Per lui, 1.781 preferenze.
Capitolo Luigi Albore Mascia (Fi). Basta scrivere il suo nome per pensare a viale dei Matti, cioè viale Marconi, che è il caos inserito su una strada di per sé caotica. La colpa dell’ex sindaco, fermatosi a 1.675 preferenze, è soprattutto quella di aver difeso a oltranza gli interventi su detta via. Tanta testardaggine ha stupito perché L.A. Mascia è un politico di lungo corso, forgiato a ogni asperità ma, evidentemente, non avvezzo al dialogo. Paga solo colpe sue o anche quelle del sindaco Masci?
La sconfitta di Alfredo Cremonese (1.537 preferenze) è doppia perché non è stato eletto malgrado abbia la casacca del partito più forte d’Abruzzo, Fdi. Il deputato dello stesso partito, Guerino Testa, ha perorato la sua causa? Se non l’ha fatto, c’è un problema serio nel partito. Se l’ha fatto, come non pensare che siano entrambi politici senza un tesoro di voti personali? Se fosse così, si augurino che il -3% registrato da Fdi tra le Politiche del 2022 (27,7%) e le Regionali appena concluse (24,11%) sia solo un fatto estemporaneo.
Da Marcello Antonelli della Lega (1.374 voti), in virtù della lunghissima militanza nella politica pescarese, era lecito attendersi di più. Cosa non ha funzionato? Sicuramente la Lega è in fase calante e a Pescara subisce l’influenza dell’acchiappa voti (ben 2.517) Vincenzo D’Incecco, consigliere regionale. Ne sa qualcosa Berardino Fiorilli che, dopo averci messo una vita a scegliere il partito, ha scelto quello sbagliato, la Lega. Per lui, 459 voti appena.
Rimane un punto interrogativo. Dopo aver fallito l’approdo al governo regionale, i candidati di cui sopra si presenteranno alle comunali di giugno? Siamo in democrazia e la ricandidatura rientra nelle loro libertà. Lo chiediamo solo per sapere se dovremo parlare di Elezioni o di Poltronissima. (emmeci)