di Carlo Masci*
Il ragionamento sulla Nuova Pescara non può ripartire ogni volta da zero facendo finta che nulla sia stato fatto, in questi anni. Bisogna guardare avanti con concretezza, senza miopia né ipocrisia e senza cadere dalle nuvole come se nulla fosse accaduto. Abbiamo recuperato il tempo perso in passato, abbiamo portato avanti una attività complessa, con il coinvolgimento in prima persona di tutti i rappresentanti delle tre comunità interessate, chiamati ad esprimersi democraticamente e collegialmente. Nessuna forzatura, insomma, le votazioni sono avvenute in aula. Ora si sta tratta di gestire la fusione e il mio obiettivo è che tutti si sentano protagonisti di una nuova grande realtà, portando avanti i passaggi amministrativi corretti, nei tempi necessari per farlo e con le modalità stabilite da una legge regionale, anche quella approvata in maniera democratica, che ha scritto un percorso è ha anche fissato una data, ed è quella del 2027, come inizio del percorso unitario.
Ho sempre detto ai miei interlocutori istituzionali, e voglio dirlo chiaramente ai cittadini, che le varie identità saranno rispettate in misura massima, ma tutti devono comprendere che stiamo vivendo una sfida epocale che proietterà il nostro territorio, quello dei tre Comuni, in una dimensione diversa da quella attuale, una dimensione internazionale, che non possiamo fingere di non vedere e che ci chiede di essere sempre più performanti, non il contrario, già da oggi.
La Nuova Pescara è una grande occasione per tutti e non avrà riflessi diretti solo su Pescara, Montesilvano e Spoltore, ma anche su altri centri. Pescara, d’altronde, è già un polo di attrazione, è la porta di un’area vasta che va oltre i suoi confini, sappiamo che è porta d’Abruzzo e lo dimostrano i numeri: a fronte dei 120mila abitanti della nostra città, Pescara accoglie e dà servizi ogni giorno a 300mila abitanti.
Ora dovrà consolidare la propria capacità di dare servizi, rivolgendosi sempre più ai centri limitrofi come punto di riferimento, diventando sempre più polo di attrazione, e tutti i benefici che deriveranno da questo processo avranno un riflesso su tante altre realtà vicine. Posso fare qualche esempio, parlando di infrastrutture: sul nuovo porto la Regione sta investendo 60 milioni, e accoglierà anche le grandi navi da turismo, altri investimenti stanno riguardando la tratta Pescara-Roma (è di queste ore la notizia dello stanziamento di 720 milioni di euro da parte del Cipess) e all’aeroporto avremo presto una pista intercontinentale che, ad ottobre, in occasione del G7, consentirà al ministro degli esteri degli Stati Uniti di atterrare in città, direi in Abruzzo, con l’Air Force 2.
Un’altra dimensione che vogliamo assumere è quella di Città Erasmus, per accogliere gli studenti universitari di tutta Europa, che sul nostro territorio possono davvero trovare tutto. Poi pensiamo anche a una Pescara città della Cooperazione. Come è possibile che non si riescano ad immaginare i benefici che tutto il territorio della Nuova Pescara vivrà direttamente dalla fusione? Sappiamo che è un percorso difficile ma è altrettanto ambizioso. È una sfida che abbiamo, tutti insieme, voluto cogliere: ma ora è il momento di lavorare, mettendo in campo le migliori capacità di tutti, evitando di compromettere un risultato che si annuncia pieno di soddisfazioni.
*Candidato sindaco al comune di Pescara, coalizione di centrodestra