di Raffaele Morelli*
L’effetto serra non è un nemico della vita dell’uomo sulla terra. In modo semplice lo possiamo definire come un fenomeno naturale non negativo in sé. Cosa accadrebbe se non esistesse l’effetto serra? La Terra avrebbe una temperatura talmente bassa che diventerebbe inospitale. Infatti, i gas serra, cioè metano, ozono, CO2, riflettono i raggi IR, cioè i raggi infrarossi, verso terra e trattengono il calore che mitiga il clima. Quando pensiamo a questo fenomeno, dobbiamo figurarci che il sistema funziona come accade nei laghi. I laghi in genere sono raccolte di H2O che derivano dall’accumulo di acqua in zone infossate del terreno, per opera di un fiume che riempie l’incavo e di un altro fiume che, dalla parte opposta, svuota l’incavo stesso mantenendo in costanza di equilibrio il sistema. La stessa cosa accade nell’atmosfera. La natura, gli animali, gli esseri umani, producono CO2 che deve essere smaltita altrimenti supera il limite dell’equilibrio. Un equilibrio perfetto quanto delicato. Che l’agire umano, responsabile di un forte incremento di CO2, stia mettendo sempre più sotto pressione, andando incontro a rischi catastrofici per il nostro Pianeta è cosa nota. Tutti ormai abbiamo capito che l’aumento dei gas serra sta producendo un innalzamento delle temperature. Tutti abbiamo capito che, se si alzano le temperature, si sciolgono i ghiacciai generando un aumento dell’acqua negli oceani che si alzano e un aumento, dovuto al calore, dell’evaporazione che produce sistemi temporaleschi più aggressivi e distruttivi.
Quindi, come conseguenza, per salvare la terra dovremmo ridurre i gas serra. La riduzione dei gas serra è una condizione imprescindibile per riportare la temperatura del pianeta ad un livello
accettabile. Fino a questo punto ormai nessuno più pensa che ci sia altro da poter o dover dire. Ma stiamo davvero facendo tutto il possibile per ottenere questo risultato? Le auto elettriche sono
davvero l’unica risposta giusta? Potremmo trovare soluzioni migliori? Secondo me, sì! Vi comunico un dato che dovrebbe, da solo, spiegare perché, in realtà, non stiamo andando nella direzione
giusta. Prima ho scritto che la condizione dei gas serra nell’atmosfera si comporta come i laghi con i loro affluenti ed effluenti. Adesso entriamo nella spiegazione del perché ho proposto
quell’esempio. Come detto, la CO2 si produce in molteplici attività umane che aggravano la situazione complessiva. L’uovo di Colombo consisterebbe nel trovare un modo per eliminarla. Esiste un modo naturale grazie al quale la natura elimina la CO2? Non solo esiste, dovrebbero saperlo anche i bambini delle elementari. La natura ha risolto il problema dell’equilibrio della CO2 nel mondo grazie agli alberi. Gli alberi trasformano il gas serra in ossigeno che è la sostanza chimica che ci permette di vivere. Gli alberi sono la soluzione del problema. Non complesse, costose e improduttive alchimie industriali: gli alberi. A salvare la terra ci pensava benissimo la natura senza che ce ne occupassimo noi esseri umani. Ma noi abbiamo distrutto il sistema di salvataggio abbattendo gli alberi. Per aiutarvi scrivo un dato: l’Europa possiede 215 milioni di ettari di foreste. Le foreste rimuovono 372 milioni di tonnellate di CO2 l’anno dall’atmosfera. Facendo una semplicissima divisione, otteniamo che ogni ettaro di foresta elimina 1,73 milioni di
tonnellate di CO2 l’anno. Cosa sta succedendo alle foreste? Le stiamo tagliando e non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Per una serie di motivi ogni anno perdiamo milioni di ettari di foreste. La conseguenza è che ogni anno diminuisce la capacità naturale di eliminare la CO2 e, soprattutto, di produrre ossigeno grazie al quale respiriamo.
Molti ci avvertono che se continuiamo a produrre CO2 finiremo male, nessuno ci avvisa che se continuiamo a diminuire la
produzione di ossigeno finiremo peggio. L’uomo si sta togliendo dai polmoni la sostanza grazie alla quale i polmoni lo tengono in vita. Produrre auto elettriche ed energie rinnovabili diminuisce la
CO2, ma non aumenta l’ossigeno. Smettere di ridurre la forestazione, anzi, tornare ad aumentarla avrebbe come effetto immediato la riduzione della CO2 ma, soprattutto, l’aumento della produzione di ossigeno.
Altro dato: all’epoca della nascita dell’Impero Romano sulla terra c’erano più o meno 12 miliardi di ettari di boschi. Adesso ne sono rimasti 4. E la CO2 è aumentata. Fate una semplice moltiplicazione. Se un ettaro di bosco elimina 1,73 milioni di tonnellate di CO2, gli 8 miliardi di ettari di boschi che abbiamo perduto quanta CO2 eliminerebbero? Le ragioni della deforestazione discendono da una necessità ineludibile. Trasformare il terreno da foresta a campagna per produrre cibo. Il che discende dall’aumento costante della popolazione nel mondo. Se smettessimo di crescere, che non sarebbe poi così male, potremmo anche smettere di deforestare. Se iniziassimo a decrescere mediante un accordo sulla denatalità gestito in modo collaborativo tra tutte le nazioni del mondo potremmo ridurre le campagne e sostituirle con foreste. Se, invece, continuiamo a crescere saremo costretti a deforestare ancora di più e per ogni ettaro di bosco che eliminiamo aumenta di 1,72 milioni di tonnellate la CO2 nell’aria ogni anno. Alla fine di questo processo, come alcuni scienziati hanno già predetto, moriremo asfissiati e la vita degli uomini sulla terra, insieme a tutte le altre creature viventi, scomparirà.
*medico e romanziere pescarese, ha da poco pubblicato ‘Voglio tornare al topless bar’ (All Around)