Stronzo. O meglio, massa fecale solida di forma cilindrica. Nell’accezione sempre più in voga, persona inetta e incapace o che comunque si comporta in modo criticabile. A scendere, le varie mutazioni della parola, a seconda del significato che le si vuole conferire: stronzettino, stronzone, stronzaccio, stronzetto. Fin qui, il vocabolario Treccani. Insomma, come tutte le parole, stronzo si presta a molti usi e a tanti significati, anche nella versione femminile, quella inviata dall’incontenibile Vincenzo De Luca, governatore della Campania, all’indirizzo della premier Giorgia Meloni.
Dal ring della politica, nulla di nuovo: si è indignata la parte che ha subìto l’affronto, in questo caso la destra, ha taciuto quella dalla quale è partita, l’opposizione, per la precisione in Pd. Si può dare della stronza alla presidente del Consiglio dei ministri? Certo che no! Men che meno a Giorgia Meloni in quanto persona. Stronza, negro, frocio, ricchione e via dicendo sono epiteti sempre più usati dalla politica e il fatto che stavolta sia salpata da un politico con destinazione un altro politico ribadisce quanto sia grave il degrado culturale della nostra Italia. Ci torna in soccorso la Treccani, che cita lo scrittore Carlo Emilio Gadda: “E in quanto a stronzi, siamo tutti compagni”. (emmeci)