La Fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore ha fatto registrare un altro lentissimo passo in avanti. Lo ha fatto soprattutto perché c’è lo spauracchio del commissario chiesto a gran voce, con coerenza, dal M5s, che mal sopporta il teatrino messo su dai tre partiti di destra e dal Pd per salvare poltrone e prebende.
Ieri, al termine dell’ennesima puntata di una querelle che dura dal referendum del 2014, i tre consigli comunali hanno detto sì alle convenzioni per l’accorpamento documentale dei servizi, passaggio indispensabile per evitare il commissariamento e la Fusione nel 2024. A conti fatti, ieri è stato scolpito a caratteri cubitali il rinvio della nascita della Nuova Pescara al 2027, come previsto dalla sbilenca Legge Sospiri il cui unico scopo era e rimane evitare la Fusione nel 2024 stabilita dalla precedente Legge D’Alfonso. A renderlo ufficiale sarà la firma, prevista per le 12 di venerdì 22 settembre, nella sala giunta del Comune di Pescara, che i rappresentanti istituzionali delle tre città apporranno alle cinque convenzioni che porteranno alla gestione unica dei servizi: ufficio di statistica, centrale unica di committenza, servizio di progettazione per l’accesso ai finanziamenti europei, protezione civile e sportello unico telematico del Suap. Poi la palla passerà al presidente della Giunta regionale Marco Marsilio e del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, dato che la Legge è regionale, per quella che sarà una mera formalità. Nuova Pescara, salvo ulteriori sabotaggi, nascerà nel 2027. Come? Male.