La Via Crucis della Fusione ha fatto segnare una nuova stazione. Ieri, con 39 voti a favore e 29 contrari (quelli dei pescaresi) è stato approvato lo statuto provvisorio del Comune che nascerà, verosimilmente nel 2027, dalla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore.
E’ prevalsa la linea dell’asse Montesilvano-Spoltore, quella che batte i pugni per conservare il maggior numero possibile di poltrone e privilegi. I tre Consigli comunali, entro il 31 dicembre 2023, dovranno approvare lo statuto adottato ieri in assemblea.
Come nelle previsioni, non è stato trovato un accordo sulle due questioni più divisive. Il nome della città, innanzitutto. Pescara, mostrando poca lungimiranza e pochissimo rispetto per Montesilvano e Spoltore, vuole che la nuova realtà continui a chiamarsi Pescara, Montesilvano e Spoltore spingono per Nuova Pescara, il nome venuto fuori dal referendum consultivo del 2014. La querelle sul nome è davvero stucchevole!
L’asse Montesilvano-Spoltore nello statuto provvisorio ha voluto l’istituzione delle giunte municipali, che ci pare un modo per dividere i comuni più che unirli. Insomma, a nove anni dal referendum il problema non sembra più essere che molti politici non vogliano fare la Fusione, ma che troppi politici non sappiano farla perché inadeguati e troppo concentrati su convenienze personali e inadeguati pruriti campanilistici. (emmeci)