di Edmond Dantes*
Pescara ha una vocazione naturale a città europea e un’ambizione geopolitica nell’Adriatico: sfidare le città di Bari, a sud, ed Ancona, a nord. La città “nuova”, che sorgerà, finalmente, nel 2027, dopo un referendum popolare celebratosi nel 2014 (un tempo infinito, dannoso per i cittadini, del quale, prima o poi, le classi dirigenti insipienti saranno chiamate a rispondere), sarà una risorsa per l’Abruzzo e per il Centro Italia.
La circostanza è stata certamente compresa, oltre il confine regionale, se la città adriatica è stata inserita nella rilevazione Quality of life in European cities, recente focus statistico condotto dalla Commissione europea in collaborazione nazionale con Istat, reso pubblico lo scorso 4 giugno.
L’indagine è stata rivolta a misurare diversi aspetti, tra i quali la percezione della qualità della vita nella propria città, sia in termini generali che rispetto a specifiche dimensioni (lavoro, servizi pubblici, sicurezza, ambiente, Amministrazione locale ecc.); le opinioni sulla capacità inclusiva della città; il sostegno da parte delle reti sociali e la fiducia verso i propri concittadini; le opportunità offerte dalla città, come trovare un buon lavoro e un alloggio.
Obiettivo? Comparare i dati delle 26 città italiane considerate nell’indagine (edizione 2023) alle altre 59 città dell’Unione europea che fanno parte dell’universo di riferimento, al fine di evidenziare punti di forza e di debolezza dei contesti urbani del nostro Paese e di rilasciare informazioni utili a definire meglio le politiche urbane. In totale sono state considerate 85 città su scala europea.
La lettura dell’indagine restituisce un’immagine della città di Pescara con molto lavoro da fare per posizionarsi nella media delle città europee. Inutile dire che il Nord Europa esprime un livello di soddisfazione dei cittadini in media stabilmente superiore a quello espresso dai cittadini delle città del mezzogiorno europeo, tuttavia risalta all’occhio che, per il momento, Pescara perde la sfida con Ancona e Bari, città anch’esse rilevate nell’indagine statistica.
Una sfida che è possibile vincere, con un’organizzazione politico istituzionale diversa, se si considera che a Bari oltre il 53% dei cittadini intervistati ritiene che, nell’ultimo quinquennio, la qualità della vita in città sia migliorata, mentre a Pescara solo un 15% degli intervistati si è espresso nello stesso modo.
Quasi in tutti gli indici di rilevazione il campione di riferimento pescarese ha evidenziato una insoddisfazione rispetto alla media nazionale ed europea.
Una delle domande atteneva esattamente alla “soddisfazione verso l’amministrazione pubblica locale”. Tenuto conto dell’indice sintetico sulla percezione dell’efficienza dell’amministrazione locale, la città di Pescara ha fatto registrare valori tra i più bassi su scala europea.
Nella rilevazione del 2023 sorprende, in verità, che a Pescara il 40% dei cittadini pensi che nell’amministrazione pubblica locale sia presente la corruzione.
Infine, balza all’occhio il dato sulla percezione della capacità di inclusione della città, che si ferma ben al di sotto della media europea ed in linea, bassa, con le città difficili del mezzogiorno d’Italia.
Ma non è utile commentare oltre, ognuno dei lettori potrà curiosare in proprio, e farsi la sua idea. Il link per scaricare lo studio lo trovate nella pagina https://www.istat.it/it/archivio/297916
*Ispirato dal romanzo Il Conte di Montecristo, cittadino di Nuova Pescara