di Melilla Gianni
Nell’estate del 1923, cioè un secolo fa, entrava in funzione a Pescara il teatro Pomponi, in piazza primo maggio, a pochi metri dal lungomare. In quel teatro si esibirono i più grandi attori italiani a partire da Totò. Quando Alberto Sordi nel 1992 venne a Pescara a ritirare il Premio Flaiano, chiese di rivedere il Teatro Pomponi dove si era esibito come attore.
Gli risposero che il Teatro Pomponi non c’era più e al suo posto c’era un parcheggio. Evitiamo di riferire il pensiero di Alberto Sordi su amministratori comunali che preferirono abbattere un teatro in piena salute immaginando progetti alternativi velleitari e puntualmente irrealizzati.
Nell’estate del 1963, il teatro Pomponi venne demolito con cariche esplosive senza nessun dibattito pubblico. Aveva appena 40 anni, non era affatto pericolante ed era in piena attività. Gli allora amministratori pensavano di costruire in quell’area pregiata e centralissima un moderno albergo a 5 stelle al servizio del turismo balneare. Era un progetto del tutto astratto e, infatti, non si realizzò e a distanza di 60 anni da quel delitto urbanistico e culturale, in quell’area continua ad esserci un anonimo parcheggio, che ha avuto anche il demerito di portare macchine e inquinamento nel pieno centro di Pescara. Allo stato attuale non esiste alcuna intenzione di valorizzare diversamente quell’area.
Da 60 anni dunque Pescara è senza un teatro. La Fondazione Pescarabruzzo voleva a sue spese realizzare un nuovo teatro nell’area di risulta dell’ex ferrovia, ma le amministrazioni comunali (di vario colore) hanno deciso di no rinunciando a quel finanziamento. Alla determinazione di Edoardo Tiboni si deve la realizzazione del teatro all’aperto, alla pineta, prendendo spunto dalle celebrazioni del centenario della nascita di Gabriele D’Annunzio. E in questo bel teatro estivo si svolgono a luglio ed agosto di ogni anno tanti eventi… a condizione però che il tempo sia clemente.
Alla distruzione del teatro Pomponi si accompagna nel tempo anche la fine dei tanti cinema di Pescara: il Corso, il Capitol, il Centrale, l’Excelsior, il Michetti, il San Marco. Hanno resistito il Massimo e il Circus grazie all’azione meritoria della Fondazione Pescarabruzzo che li ha acquistati evitando che divenissero anonimi centri commerciali o sedi di banche e uffici. Il Michetti in verità è stato anch’esso acquistato venti anni fa dal Comune che, però, non ha dimostrato sinora la capacità di rimetterlo in funzione.
Le stagioni del teatro e della musica si possono svolgere a Pescara solo grazie alla lungimiranza della Fondazione Pescarabruzzo che li ospita al Circus e al Massimo. Il teatro Pomponi oggi avrebbe un secolo. Ricordare la sua barbara demolizione dovrebbe aiutarci a capire come sia difficile il buon governo della cosa pubblica. La professionalità dovrebbe ispirare anche l’arte dell’amministrazione comunale. Quella demolizione invece fu un atto insensato e irrazionale che ha danneggiato la qualità della vita di Pescara. Riconoscere quell’errore amministrativo sarebbe un dovere di moralità pubblica.