A Carlo Masci, sindaco di Pescara, va riconosciuto il merito di essere sempre stato dalla parte di Nuova Pescara, al contrario dei sindaci di Montesilvano (De Martinis) e Spoltore (Trulli e, prima, Di Lorito)
Grazie a Nuova Pescara, che ha schiodato i comuni da decenni di ingiustificato torpore, il 23 dicembre sono state firmate le convenzioni per unificare cinque servizi: Catasto, Promozione turistica, Servizi demografici, Energia e Sistema informativo unico integrato. Senza la fusione dei tre comuni, che fa venire l’orticaria ai sindaci di Montesilvano (De Martinis) e Spoltore (Trulli), non si sarebbe mai giunti a questo punto perché ogni municipio avrebbe continuato a coltivare il proprio orticello. Dopo la firma, nel corso dei lavori dell’Assemblea costitutiva del Nuovo Comune, è stata approvata la relazione del dirigente dell’Ufficio della Fusione, Marco Molisani, per il monitoraggio intermedio da inviare alla Regione entro la fine dell’anno.
Nuova Pescara, non giriamoci attorno, è nelle mani della Regione. Il presidente della Giunta, Marsilio, e quello del Consiglio, Sospiri, sono i veri giudici della Fusione. Marsilio, a dirla tutta, è sempre stato distante, preferendo delegare alla politica locale e non chiamando mai in causa il Commissario, malgrado per anni gli fossero arrivate tantissime richieste dalla società civile. Sospiri è intervenuto a gamba tesa sulla Legge promulgata nel 2018 dalla giunta D’Alfonso e ha fatto una nuova legge, di cui è primo firmatario. Anche in questo caso, c’è la possibilità di far intervenire il commissario se i comuni non rispetteranno le tempistiche. Infatti, De Martinis e Trulli stanno procedendo quieti quieti con l’unificazione dei servizi. Vogliono giocarsi le loro carte contro Nuova Pescara con un altro referendum consultivo, dopo aver perso quello del 2014, confidando nel fatto che a votare andranno in pochi e che il voto vincolato ai potentati politici, dominante nelle elezioni degli ultimi anni, possa essere decisivo.
Non si può prevedere come andranno a finire le cose. Di palese ci sono solo gli schieramenti: i costruttori contro i distruttori. I costruttori sono i cittadini che hanno votato al referendum del 2014, dove il Sì alla fusione ha vinto in tutti e tre i comuni, le associazioni che si stanno spendendo per dare un futuro diverso a questa porzione d’Italia e una parte (ahinoi minoritaria) della classe politica. I distruttori, moltissimi professionisti della politica nostrana, non vale neppure la pena di nominarli, ma una cosa su di loro va detta: prendono stipendi pubblici e ostacolano una Fusione voluta dai cittadini e stabilita da due Leggi. Della serie: la Legge è buona solo se mi è utile e il voto dei cittadini è sacro solo se vota quello che fa comodo a me. Buon Natale. (emmeci)