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Addio a Gilberto Malvestuto, partigiano eroe della Brigata Maiella

2 Marzo 2023 da Redazione

E’ scomparso ieri uno degli ultimi baluardi della memoria della storia resistenziale abruzzese e non solo. Oggi, nella sua Sulmona, i funerali. Gilberto Malvestuto, 102 anni il prossimo 17 aprile (1921-2023). Era l’ultimo ufficiale in vita della Brigata Maiella. Primo di sette figli, adolescente a Sulmona negli anni ’30, si è arruolato volontario nel Gruppo Patrioti della Maiella a Recanati, venendo assegnato alla Compagnia pesante Mista e dal marzo del 1945 al Plotone Mitraglieri, di cui fu Comandante. Ha preso parte ai furiosi combattimenti sostenuti in Romagna e in Emilia per la liberazione di Monte Castellaccio, Brisighella, Monte Mauro, Monte della Volpe, Monte della Siepe, sul Senio, sul Lamone, sul fiume Indice ed infine alla liberazione di Castel San Pietro e tra i primi ad entrare a Bologna insieme ai fratelli combattenti polacchi, all’alba del 21 aprile del 1945.

Suo il volto più iconico di tutta la storia della formazione, quell’ingresso trionfale della Maiella da porta Mazzini che racconta tutta l’epopea del Gruppo. Un onore toccato al Plotone mitraglieri comandato proprio dal Tenente Malvestuto integrato dalla I Compagnia del Gruppo. Era un ritorno, per Malvestuto, che nella stessa città aveva frequentato il corso da allievi ufficiali presso il 3° reggimento carristi all’età di 21 anni.
Poi l’8 settembre, la fuga per mettersi in salvo, la clandestinità nella valle peligna e la scelta della ribellione, maturata anche grazie al sostegno dell’amata moglie Leda Comitis, proveniente da una nota famiglia antifascista. Leda, la compagna di una vita, lo avrebbe sposato dopo essere tornati alla vita civile.

Gilberto Malvestuto è stato decorato di croce al valor militare “per aver dimostrato costante spirito di sacrifico e superbo slancio in ogni occasione distinguendosi particolarmente per ardimento e sprezzo del pericolo in cruenta azione”. Nel dopoguerra è stato presidente dell’Istituto Storico della resistenza abruzzese e promotore della costituzione dell’Associazione degli ex combattenti della Brigata Maiella. Tra i maggiori collaboratori di Ettore Troilo, ha intrattenuto con il fondatore del Gruppo partigiano una fitta e lunga corrispondenza da cui traspaiono l’affetto e la stima reciproca. Si era più volte fatto carico personalmente, con scritti che attingevano alla storia e ai ricordi personali, di onorare la figura del Comandante. È stato iscritto anche all’ANPI ed è stato attivo fino all’ultimo nella valorizzazione della memoria.

In una delle sue più famose testimonianze (Io sono l’ultimo. Lettere di partigiani Italiani, Einaudi 2015) aveva affermato: “Il fascismo parlava tanto di giovinezza, ma poi ce l’ha portata via tutta. Dopo la guerra ci siamo ritrovati con il peso degli anni che sono passati, con la rabbia per il furto vigliacco che ci era stato combinato. Ma adesso penso che quella giovinezza abbia avuto un significato diverso. E che sia stato, il nostro sacrificio, un modo per farla vivere anche ai ragazzi di oggi, nella sua parte più pura, di coraggio e di speranza”.
Integro ma mai divisivo, era amatissimo anche dai ragazzi e dalle ragazze di oggi. Per i suoi 100 anni era stato festeggiato in maniera corale da tutto l’Abruzzo, ricevendo dalla città di Sulmona il conferimento del Sigillo d’oro della città. Il 19 aprile dello stesso anno aveva ricevuto gli auguri in diretta nazionale su Rai 3 da Gad Lerner, al termine di un lungo progetto di raccolta di testimonianze sulla Resistenza.
“Si parla spesso di dovere della memoria, meno di frequente si invoca, a proposito di grandi personalità che ci hanno lasciato, la gioia del ricordare. Nel caso, la gioia e il privilegio dell’aver avuto con noi un testimone così credibile, vitale, appassionato, che aveva fatto della cultura dell’impegno il fulcro della propria esistenza”, dichiara Nicola Mattoscio, il presidente della Fondazione Brigata Maiella, istituzione di cui Gilberto Malvestuto era Presidente onorario.

Con la mestizia del lutto continuiamo a proclamare il nostro immutato affetto per il Tenente Gilberto Malvestuto e ad indicarlo alle future generazioni come lui spesso dichiarava di essere stato: “Patriota partigiano, sempre combattente, in armi o senza, per la dignità della persona come presupposto di qualunque aspirazione di giustizia, di libertà e di pace”.

Gilberto Malvestuto e Nicola Mattoscio

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