
Meglio prendere appunti perché la questione è complicata e non vorrei si generasse qualche incomprensione. Dunque, Nuova Pescara, che nel frattempo è diventata solo Pescara, non si farà come da vecchia Legge perché il 2024 è fermentato in 2027 per via di un’altra Legge, fresca fresca. Al tirar delle somme, per un altro scintillante triennio ci terremo un sindaco nella città grande, Pescara; un altro nella città confinante a nord, Montesilvano; e una sindachessa nella cittadina adagiata ad ovest, Spoltore. E con loro un grumo di stipendi da pagare, ogni benedetto mese, ai signori assessori e ai signori consiglieri. Gente, diciamolo senza indugi, che lavora sodo e lo fa in perfetta sintonia con la Regione, eccezion fatta per quegli scassa bicchieri dell’opposizione.
Se non avessero lavorato alacremente, con encomiabile abnegazione e nessun interesse al di là di quelli strettamente personali, tra un po’ avremmo potuto festeggiare la nascita di una città, Nuova, con quasi 200mila abitanti, un solo sindaco e un numero non imbarazzante di consiglieri ed assessori. Saremmo diventati, per meglio dire, un posticino normale. Quasi banale. Azzardo: umano. Troppo? Umanoide, dai.
Così, al contrario, siamo e saremo quelli di sempre: pochi abitanti governati da troppi politici. Gente che lavora sodo, però. Ed è per questo che mi aspetto una terza Legge per far diventare il 2027 un’altra data e trasformare la vecchia Nuova Pescara, già diventata la nuova Pescara sulla tortuosa strada del 2027, un’opera teatrale dal titolo: “Qui giace illibata, a lungo e inutilmente desiderata“. La regia? Suggerirei Taffo, geniale ditta di onoranze funebri dal 1940. (Libero d.f.o.)